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Evade tasse ma va in vacanza con yacht: scoperto dalla Gdf

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Evade le tasse per più di cinuecento mila euro, ma possedeva uno yacht di oltre venti metri: scoperto un imprenditore dalla Gdf

I finanzieri della Gdf di Cosenza hanno scoperto un imprenditore che in un periodo dal 2010 al 2015 ha evaso le tasse, ma nonostante ciò è andato tranquillamente in vacanza con uno yacht di sua proprietà.

Gdf scopre un imprenditore in vacanza su uno yacht, ma che aveva evaso le tasse

Dal 2010 al 2015 non aveva dichiarato i redditi per oltre 500 mila euro e non ha versato le imposte per oltre 100 mila euro. Ma la Guardia di Finanza di Cosenza ha scoperto un imprenditore che, nonostante avesse evaso le tasse per circa mezzo milione di euro, possedeva uno yacht di lunghezza superiore ai venti metri e di un valore stimato di circa seicento mila euro.

Ma non solo. L’imprenditore in questione era anche regolarmente iscritto nei registri navali inglesi. Sembrava tutto fatto, tutto semplice per l’imprenditore. Un unico difetto però. Il mantenimento dell’imbarcazione e il reddito ufficialmente dichiarato allo Stato non corrispondeva al suo reale tenore di vita.

Proprio da questo dubbio sono partite le indagini da parte della Guardia di Finanza. Le Fiamme Gialle, insospettite, hanno deciso di controllare l’azienda dell’imprenditore e poi hanno eseguito anche degli accertamenti bancari.

L’indagine delle Fiamme Gialle: cosa rischia l’imprenditore

Durante la verifica dei vari incartamenti, l’attenzione della Gdf si è posta soprattutto sulla parte della documentazione contabile della società. In particolar modo ciò che riguardava le polizze assicurative, le fatture per lavori di riparazione e i contratti per l’assegnazione di spazi di ormeggio degli yacht.

Una volta attivata la procedura di collaborazione con il Regno Unito, si è scoperto che l’imprenditore era iscritto, come accennato in precedenza, ai registri navali inglesi. Ma su di lui andavano applicate le disposizioni del cosiddetto “monitoraggio fiscale”, dei provvedimenti che sono stati introdotti per permettere all’Amministrazione Finanziaria di vigilare sui patrimoni esteri di coloro che risiedono in Italia. Queste disposizioni, inoltre, prevedono l’inserimento del valore di mercato del bene in questione in una specifica sezione della dichiarazione dei redditi.

Una volta analizzati i flussi finanziari dell’azienda è stato poi possibile ricostruire l’ammontare dei redditi annui conseguiti per i quali il contribuente non avrebbe emesso le rendicontazioni fiscali previste.

Al termine dell’attività investigativa, le Fiamme Gialle hanno proposto il recupero delle tasse non pagate (di oltre cento mila euro) e della tassa da diporto necessaria per il possesso di imbarcazioni con una lunghezza superiore ai dieci metri.

L’imprenditore ora rischia delle sanzioni che possono arrivare fino a cento mila euro per non aver dichiarato all’erario la disponibilità dell’imbarcazione in suo possesso.