Cristina Scuccia, ex suora dell’ordine delle Orsoline e divenuta celebre nel 2014 grazie alla vittoria nella seconda edizione di The Voice of Italy, ha recentemente condiviso le sue riflessioni sull’elezione di Papa Leone XIV. In un’intervista con l’Adnkronos, la cantante ha offerto il suo punto di vista su un momento significativo per la Chiesa cattolica, mostrando un lato più personale e riflessivo della sua esperienza spirituale e della sua nuova carriera artistica.
Da Suor Cristina a cantante: l’addio alla vita religiosa e il nuovo capitolo nella musica
Nel 2022, Cristina Scuccia, conosciuta come Suor Cristina, ha deciso di intraprendere una nuova strada, lasciando la vita religiosa per dedicarsi completamente alla musica. La sua partecipazione a The Voice of Italy nel 2014, dove ha trionfato, è stata un passo significativo in questo percorso.
“Ho vissuto tanti anni della mia vita in comunità religiosa e credo sia normale custodirne il ricordo. Lasciare la vita religiosa non è stato facile, ma è stata una scelta maturata con profondo discernimento, sia umano che spirituale. Ho camminato molto dentro me stessa prima di prendere quella decisione. Non rinnego nulla: ogni passo, anche quello più doloroso, mi ha portata a una forma diversa, ma autentica, di fedeltà a me stessa e a ciò in cui credo”, ha dichiarato all’Adnkronos.
Oggi, Cristina Scuccia continua a perseguire la sua carriera musicale con determinazione, rimanendo fedele ai suoi valori e alla sua passione per la musica.
L’ex suora Cristina Scuccia commenta l’elezione di Papa Leone XIV
Cristina Scuccia, ex membro dell’ordine delle Orsoline e trionfatrice della seconda edizione di The Voice of Italy nel 2014, commenta in un’intervista con l’Adnkronos l’elezione di Papa Leone XIV.
“Ha una formazione in diritto canonico mi ha fatto riflettere: ho sperato che questo non significhi un approccio troppo rigido, ma che sappia lasciarsi guidare dall’unica legge che non impone vincoli: l’Amore”.
L’ex suora piega che per lei si tratta di un tema sensibile, avendo vissuto in un contesto in cui la regola era vista anche come uno strumento per incontrare Dio. Tuttavia, ha imparato che, a volte, allontanandosi da certe rigidità, è riuscita a incontrarlo in modo più autentico, nella libertà.
“È ancora presto per esprimere un giudizio completo su Papa Leone XIV ma il suo saluto iniziale di pace mi ha profondamente colpita: sembrava voler tracciare la direzione del suo pontificato fin da subito. Nella prima celebrazione con i cardinali ha messo in luce un tema a me molto caro: la mancanza della fede che spesso si accompagna a un senso di smarrimento esistenziale, specie tra i più giovani”.
La commozione è aumentata quando ha visto il Papa, visibilmente emozionato, affacciarsi per la prima volta. Ha percepito l’immensità del momento, che non dipende da una scelta personale ma da un disegno più grande. Secondo lei, chi è investito di una simile responsabilità ha bisogno di molta preghiera, e in quei momenti si capisce quanto siamo piccoli davanti a Dio, ma proprio in quella piccolezza possono nascere grandi cose se affidata a Lui.
“Non ho mai dato peso alla provenienza geografica del nuovo Papa. Piuttosto, ho sperato e continuo a pregare che sia una guida capace di costruire ponti, come ha affermato fin dal suo primo intervento. Più che da dove venga, mi interessa che ricordi sempre – e ci ricordi – che la Chiesa è madre: una madre che accoglie, specialmente chi è più lontano”.