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Fabrizio Moro: "Il mio difficile passato tra alcol e droghe"

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Fabrizio Moro, dopo la vittoria a Sanremo con Ermal Meta e la canzone “Non mi avete fatto niente”, racconta gli anni bui vissuti tra alcol e droghe.

Ermal Meta e Fabrizio Moro, già apprezzati cantautori, si stanno godendo la meritata popolarità dovuta alla vittoria della 68° edizione del Festival di Sanremo qualche settimana fa con il brano “Non mi avete fatto niente”, contro il terrorismo, ma inevitabilmente con essa nasce anche l’interesse per la loro vita privata e il loro passato. E se Ermal Meta aveva già raccontato il dramma delle violenze subite da lui bambino e dalla sua famiglia da parte del padre nel brano “Vietato morire”, terzo classificato e Premio della Critica a Sanremo dello scorso anno, anche Fabrizio Moro torna dolorosamente indietro nel tempo – in realtà ne aveva già parlato in passato -, raccontando di aver vissuto un lungo periodo di dipendenza da alcol e droga.

Ermal e Fabrizio

Le sue parole

Fabrizio Moro

La rivelazione choc del tatuatissimo cantante romano che vinse il Festival di Sanremo nella Categoria “Nuove Proposte” e il Premio della Critica undici anni fa con la canzone “Pensa” contro la mafia, arriva dalle pagine del settimanale DiPiù.

Moro ha iniziato a bere e a drogarsi a 18 anni e ha smesso a 27. Ha cominciato ad assumere ecstasy per “sballarsi”, quando andava in discoteca con gli amici, poi, ad un certo punto, è arrivato anche all’eroina. Ha smesso perchè dice di essere “un vigliacco”, che ha il terrore di ammalarsi – è diventato ipocondriaco – e di morire. Quando ha cominciato a stare veramente male, ha riferito, si è recato a fare le analisi del sangue, si è “spaventato” perchè i risultati erano pessimi e ha capito che avrebbe dovuto disintossicarsi.

Poi, però, è subentrata l’ipocondria, che lo ha portato a chiudersi in casa a meno di non andare in un luogo nelle vicinanze di un ospedale.

Problemi con le donne

Fabrizio Moro

Da lì ha pure cominciato ad avere problemi con l’altro sesso: temendo di ammalarsi, ha rifiutato di avere rapporti per un certo periodo.

Ora si è ristabilito, ha una compagna, Giada, architetto d’interni, ed è padre di due bambini, Libero e Anita, che adora. Alla piccola – da lui definita la vera donna della sua vita – ha dedicato la canzone “Portami via”, classificatasi settima al Festival di Sanremo dello scorso anno, mentre a Libero ha dedicato la vittoria di quest’anno – invece, undici anni fa, aveva dedicato il trionfo di “Pensa” al proprio padre -.

Adesso, ai suoi fans, non resta che sperare che arrivi seriamente a capire che la vera vigliaccheria era bere e drogarsi, non certo smettere, se proprio ci si è “passati”. La vittoria a Sanremo e soprattutto la sua famiglia sono certamente un ottimo spunto per andare avanti e per non perdersi nuovamente.