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Apple, in Francia si indaga per obsolescenza pianificata

Falla Aplle

La giustizia francese ha aperto una inchiesta nei confronti di Apple, con l'accusa di truffa e di obsolescenza pianificata.

Falla Apple, la giustizia francese ha aperto una inchiesta sul colosso di Cupertino, accusato in particolare di obsolescenza programmata e di truffa. La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Nanterre avrà dunque il compito di accertare se Apple abbia messo deliberatamente in atto tecniche con lo scopo di ridurre la durata del funzionamento di un prodotto. L’obiettivo sarebbe stato quello di velocizzarne i tempi della sua sostituzione. L’iniziativa della Procura arriva in seguito alla denuncia effettuata lo scorso 27 dicembre da parte dell’associazione “Alt all’obsolescenza programmata” (HOP).

Falla Apple

La giustizia francese ha deciso di aprire una inchiesta contro Apple, accusata in particolar modo di truffa e di obsolescenza programmata. Per la prima volta una Procura francese avrà il compito di accertare se una grande azienda (in questo caso il colosso di Cupertino) abbia messo in atto delle tecniche per ridurre deliberatamente la durata di funzionamento del prodotto, con lo scopo di velocizzarne il processo di sostituzione e in questo modo venderne di più. L’indagine della Procura è partita in seguito alla denuncia presentata lo scorso 27 dicembre da parte dell’associazione “Alt all’obsolescenza programmata” (HOP).

L’associazione ha infatti accusato Apple di ridurre in maniera volontaria le prestazioni e la durata dei suoi smartphone, attraverso un particolare sistema di aggiornamenti. Dal canto suo, l’azienda di Cupertino ha ammesso di rallentare temporaneamente i vecchi modelli di smartphone. Un rallentamento dovuto in particolare al deterioramento della batteria. Apple però ha negato di aver fatto qualcosa per accorciare volontariamente la vita dei suoi dispositivi.

L’inchiesta

Questa indagine è stata resa possibile dal fatto che in Francia è in vigore una legge datata 1 luglio 2016, che prende il nome dall’ex ministro socialista Benoit Hamon. Una legge che fa diventare reato proprio questo tipo di pratica. Nel caso di condanna si può addirittura arrivare fino a due anni di carcere e una multa che può passare da un minimo di trecentomila euro, ma che può arrivare fino al 5 per cento del volume di affari dell’azienda ritenuta colpevole. Questo tipo di legge in Italia non esiste.

Secondo quanto è stato riferito da una fonte giudiziaria, l’inchiesta su Apple è cominciata lo scorso 5 gennaio ed è stata affidata al Servizio investigativo nazionale della Direzione generale della concorrenza, degli affari dei consumatori e del controllo delle frodi (DGCCRF). Fino a questo momento non è arrivata nessuna risposta da parte di Apple, che non ha voluto commentare questa notizia. Qualche giorno fa, però, l’azienda di Cupertino si è scusata attraverso una lettera aperta ai propri clienti, provando in questo modo a mettere la parola fine alle accuse di obsolescenza pianificata.

Apple, infatti, ha ribadito di non aver mai fatto qualcosa per accorciare in maniera volontaria la vita dei propri dispositivi. Per recuperare la fiducia dei propri clienti, l’azienda ha deciso un taglio dei prezzi delle batterie fuori garanzia (a partire dall’iPhone 6) di sessanta euro, passando da 89 a 29 euro. Inoltre, Apple ha rilasciato anche un aggiornamento iOS nel 2018 con il quale i clienti potranno controllare lo stato di salute delle batterie dei loro dispositivi.