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Falsi Green Pass: la truffa finisce male

Green Pass falsi

Da truffatori a truffati il passo è breve. Alcune persone hanno acquistato sulla rete dei falsi green pass e rischiano grosso

Volevano ingannare tutti ma sono stati ingannati. I “furbetti del green pass” che hanno acquistato Green Pass falsi sulla rete, non solo sono stati (ovviamente) truffati ma anche ricattati. Ci sarebbe del comico se non ci trovassimo al centro di una pandemia mondiale.

Green Pass falsi offerti sulla rete

Non si fa che parlare di Green Pass. Dai no vax ai no pass, dalle difficoltà concrete ad applicarlo alle categorie per le quali risulta obbligatorio, il certificato verde è al centro dell’attenzione mediatica (e non solo nel nostro paese).

Come è ormai a tutti noto, il Green Pass è un certificato – che dimostra l’avvenuta vaccinazione contro il coronavirus, la guarigione dal SARS-CoV-2 oppure l’aver effettuato un tampone negativo nelle ultime 48 ore – indispensabile per svolgere varie attività ed assistere ad eventi, soprattutto al chiuso.

Green Pass falsi: dati sensibili a sconosciuti

 Uno degli argomenti preferiti di chi non si definisce no vax ma ritiene il Green Pass una scelta liberticida, è la questione dei dati sensibili. Peccato che alcune persone che evidentemente non erano intenzionate a seguire le regole stabilite dall’ultimo decreto, non si siano posti poi questo problema quando hanno candidamente condiviso documenti e informazioni personali a dei perfetti sconosciuti per ottenere un falso Green Pass.

Che la rete pullulasse di offerte di Green Pass falsi in modo da godersi l’estate senza bisogno di vaccinazione o tampone, era cosa nota. I prezzi andavano dai 300 e variavano anche in base al numero di Green Pass richiesti. Sì, insomma, c’era anche lo sconto famiglia come in tutte le offerte da volantino che si rispettino. 

Green pass falsi: da truffatori a truffati 

Peccato che, come hanno osservato alcuni media nazionali come La Stampa e Open, i “furbetti del Green Pass” non si sono rivelati poi così furbi. Le due testate hanno infatti pubblicato ampi stralci di alcune conversazioni pubblicate su Telegram, il social di solito molto frequentato dai no vax. 

A svelare la paradossale truffa, Matteo G.P Flora con 5 post su twitter a corredo di un link che parla della “truffa fake”:

“#GREENPASS FALSI? UNA DOPPIA FRODE! Può una truffa essere talmente bella da configurarsi come Arte? La risposta è sì, e la migliore è quella ai danni dei #NoVax che ha visto la luce nelle scorse ore.  Come forse sapete i “#NoGreenPass” hanno acquistato, a caro prezzo (150€-350€) su gruppi #Telegram che avete visto su tutti i quotidiani, dei documenti falsi nonostante fosse palese che i pass NON POTEVANO essere contraffatti.  Ora si sono aggregati in gruppi di “utenti delusi” quando hanno scoperto che il FOTTUTO GENIO dietro ai gruppi non può e vuole (ovviamente) consegnarli. Scoperto l’inghippo vogliono indietro i soldi, altrimenti minacciano di denunciare chi glieli ha venduti.  Ma qui viene il bello: i truffatori ora hanno detto ai clienti che hanno pagato (con codice fiscale e carta d’identità) che, O PAGANO un riscatto di 350€ in Bitcoin, OPPURE diffonderanno i documenti online e faranno avere loro i nominativi di dei clienti alla Polizia. È tutto così bello da fare quasi piangere. E non so chi tu sia, impavido truffatore, ma passa che ti stendo di birre e pacche sulle spalle”.

Un modo ironico di sottolineare il paradosso di chi voleva ingannare tutti e ha finito per essere ingannato.