Parlare della perdita di un figlio è una delle sfide più difficili per chi l’ha vissuta. È un dolore che spesso si nasconde dietro il silenzio, un lutto invisibile che tocca il cuore di molte coppie ma raramente trova spazio nelle parole. Eppure, a volte, il coraggio di raccontarsi diventa una forma di guarigione.
È ciò che ha fatto Benjamin Mascolo, scegliendo di affidare ai social un frammento della propria intimità più profonda.
Benjamin Mascolo: il racconto intimo di una perdita e la fede che consola
Nel suo lungo messaggio su Instagram, accompagnato da una fotografia dal forte valore simbolico, Mascolo ha raccontato il cammino doloroso vissuto insieme alla moglie Greta Cuoghi prima della nascita della loro bambina, venuta al mondo il 7 ottobre 2025.
L’artista ha spiegato che lui e la moglie avevano deciso di tenere per sé quel dolore, proteggendolo con il silenzio, fino a quando ha sentito il bisogno di condividere ciò che li aveva segnati. Prima di aprirsi al ricordo personale, Mascolo ha voluto condividere una storia che lo ha profondamente segnato:
“Un uomo, sopravvissuto a una rischiosa operazione al cuore, raccontò che nei pochi minuti in cui era clinicamente morto aveva visto il Paradiso. Disse che lì i genitori conoscono e vivono i figli che non sono mai nati. Che le madri possono crescere quei bambini perduti in gravidanza”.
Un’immagine che per Benjamin è diventata simbolo di consolazione, una speranza a cui aggrapparsi: la possibilità che, oltre la vita, esista un luogo dove l’amore non si interrompe ma continua.
“Ho perso due figli”, la rivelazione di Benjamin Mascolo
Accanto a due quadri che custodiscono le ecografie dei figli mai nati, il cantante ha confessato la paura che spesso accompagna la perdita: quella di non essere compresi o, peggio, giudicati. Ha raccontato di come, alla prima esperienza, abbia cercato di sostenere la moglie con tutta la forza possibile, mentre la seconda li ha colti così di sorpresa da lasciarlo senza difese. Ha ricordato il momento in cui, appena usciti dallo studio medico, si è accovacciato sul marciapiede in centro a Milano, vicino a una chiesa, incapace di trattenere la disperazione.
“Spero, con tutta l’anima, che esista davvero un luogo dove potrò incontrare quei bambini che non ho avuto modo di amare su questa terra”.
Il suo racconto si chiude con parole dedicate alla piccola Athena, che ha portato nuova luce nella loro vita. L’amore che oggi prova per la figlia, scrive, nasce anche dalla paura di perderla prima ancora che arrivasse. E riconosce che, sebbene la nascita della bambina abbia guarito molte ferite, le cicatrici rimangono come segno indelebile di ciò che è stato.
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