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Fase 2: Cisl, a Bergamo quasi 90mila in attesa cig su 160mila coinvolti

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Milano, 9 mag. (Adnkronos) - Il pagamento degli ammortizzatori va a rilento, anche a Bergamo e provincia, dove sono quasi 90mila i lavoratori in attesa di ammortizzatori sociali. Il panorama della situazione è fotografato dalla'Osservatorio Cisl. Dei 160 mila lavoratori coinvolti da ammo...

Milano, 9 mag. (Adnkronos) – Il pagamento degli ammortizzatori va a rilento, anche a Bergamo e provincia, dove sono quasi 90mila i lavoratori in attesa di ammortizzatori sociali. Il panorama della situazione è fotografato dalla'Osservatorio Cisl. Dei 160 mila lavoratori coinvolti da ammortizzatori sociali, nei mesi di marzo e aprile, come cassa integrazione ordinaria e assegno ordinario di Fis, circa il 30%, pari a 48 mila lavoratori, attende il pagamento diretto da parte dell’Inps. A questi si aggiungono i 20mila lavoratori che dall’Ente previdenziale attendono la cassa in deroga e altrettanti dell’artigianato sospesi con Fsba. Di questi ultimi, solo 4 mila hanno ricevuto il mese di febbraio.

"La situazione non deve essere sottovalutata, anche sotto il profilo sociale", perché "le persone coinvolte sono un numero importante", dice Danilo Mazzola, segretario Cisl Bergamo, che legge con apprensione il quadro dei dati Inps e delle elaborazioni locali sullo stato delle cose per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali finanziati in seguito alla crisi da Covid19.

"Vanno – dice – messe in atto tutte le iniziative possibili per accelerare i tempi di pagamento, andando a sostenere il lavoro che l’Inps è chiamata ad effettuare ed evitare di perdersi in sterili polemiche che si sono create nei scorsi giorni tra enti preposti. A questa situazione si aggiungerà un secondo periodo, previsto dalla fase 2, che obbligherà ancora l’utilizzo di ammortizzatori sociali: speriamo – afferma ancora – con numeri diversi rispetto ai mesi precedenti, ma che andranno a sommarsi alle domande a oggi ancora inevase. In una fase così delicata per il nostro paese non è ammissibile che il tempo della burocrazia metta a rischio il reddito dei lavoratori".