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Francia, a processo Salim Berrada: lo stupratore di Tinder

Francia, a processo lo "stupratore di Tinder"

Salim Berrada, di 38 anni, definito "stupratore di Tinder", è finito a processo dopo le accuse di 17 donne.

Salim Berrada, di 38 anni, definito “stupratore di Tinder”, è finito a processo dopo le accuse di 17 donne. Le aggressioni sessuali risalgono al periodo tra il 2014 e il 2016.

Francia, a processo lo “stupratore di Tinder”: le accuse

Salim Berrada, chiamato “stupratore di Tinder” è sotto accusa dal 2016, denunciato da 17 donne per stupro e aggressione sessuale. L’uomo ha negato tutto, parlando di “pura immaginazione” di fronte alle sue vittime. La prima a denunciarlo è stata una 26enne americana, che ha descritto quello che poi si è rivelato il suo modus operandi. Iniziava con un contatto su Tinder o un sito specializzato in offerte lavorative per modelle. Si definiva un fotografo professionista e invitava le donne nel suo studio per fotografarle. Una volta sul posto, offriva alle vittime un bicchiere di vino “per rilassarsi” prima della sessione fotografica, ma quello che bevevano le rendeva incoscienti. 17 donne, tra i 18 e i 26 anni, lo hanno accusato di violenze sessuali.

Salim Berrada è originario del Marocco ed è arrivato in Francia a 20 anni. Ha raccontato di essere cresciuto in una famiglia modesta e di aver frequentato l’Università di Bordeaux per studiare Ingegneria e laurearsi. Ha ottenuto contratti a tempo indeterminato come ingegnere ma ha spiegato che amava “raccontare delle storie, creare“. Per questo nel 2013 si è licenziato e ha iniziato una carriera come fotografo di moda.

Francia, lo “stupratore di Tinder” a processo: la difesa

L’uomo continua a negare ogni accusa, ammettendo di aver avuto “diversi rapporti e un lato manipolatore” per arrivare ai suoi fini ma parlando di consenso. Nel corso delle indagini ha dichiarato di aver preso l’accettazione di un bicchiere di vino come un consenso ad un rapporto sessuale. Ha anche accusato le donne di essersi accordate per vendetta dopo essersi rese conto che lui le voleva sedurre e non fotografarle. Nega anche di aver usato delle droghe per stordirle, nonostante siano state trovate delle tracce nelle analisi delle vittime.

L’uomo rischia fino a 20 anni di carcere ed era già stato posto in detenzione provvisoria per due anni e mezzo a partire dal 2016, prima di essere dimesso sotto controllo giudiziario e con il divieto di fare il fotografo. In seguito altre donne avevano segnalato che l’uomo si era iscritto di nuovo su app di incontri, con nuove accuse di aggressioni sessuali. Da luglio 2023 si trova di nuovo in carcere.