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Gaza, tregua finita: Israele riprende i bombardamenti sulla Striscia

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Dopo la rottura della tregua su Gaza, Israele ha parlato all'esercito invitandolo a "martellare con tutta la potenza"

Con la fine del cessate il fuoco, mediato tra Israele e Hamas, gli aerei israeliani hanno colpito diversi obiettivi a Gaza. Il ministero della Sanità ha riferito che 32 persone sono state uccise nelle prime tre ore dalla ripresa della guerra, mentre altre decine sono state ferite, molte delle quali donne e bambini.

Gaza, tregua finita: Israele promette di distruggere Hamas

Nessuna delle due parti aveva annunciato un’estensione della tregua ribadendo piuttosto che gli eserciti fossero pronti a riprendere i combattimenti. Netanyahu ha incolpato Hamas di aver rotto l’accordo umanitario ordinando una raffica di razzi diretti verso il sud dello Stato, poche ore prima della scadenza concordata. In risposta Israele ha giurato di eliminare il gruppo militante palestinese, avviando una campagna militare aerea e terrestre a Gaza. Secondo il governo di Hamas i raid hanno ucciso più di 15mila persone, soprattutto civili. All’inizio di questa settimana, fonti militari israeliane avevano dichiarato di prevedere che la prossima fase dell’operazione a Gaza avrebbe comportato un’offensiva nel sud del Paese, in particolare a Khan Younis, dove Israele ritiene che abbia sede la leadership di Hamas. Qui le Forze di Difesa Israeliane sono passate quartiere per quartiere, chiedendo alla popolazione civile di trasferirsi, prima di colpire l’area.

La divisione di Gaza

Hamas ha violato la pausa operativa e inoltre ha sparato verso il territorio israeliano” ha scritto l’IDF in un post su X. Venerdì l’esercito ha annunciato di stare dividendo l’intera Gaza in decine di blocchi numerati come preludio, a suo dire, di evacuazioni locali mirate, prima dei bombardamenti previsti. Sull’enclave sono piovuti volantini con un codice QR che rimandava ad un sito web, completo di una mappa di tutte le aree e della geolocalizzazione delle persone al loro interno. Le organizzazioni umanitarie però hanno avvertito che dividere e attaccare il sud rischierebbe di portare Gaza al punto di rottura. “Non c’è fondamentalmente nessun posto dove andare” ha spiegato Danila Zizi, responsabile per la Palestina dell’associazione umanitaria Humanity and Inclusion.

La liberazione degli ostaggi

Dopo due proroghe dell’ultimo minuto, giovedì 8 ostaggi sono stati scambiati con 30 prigionieri palestinesi, nel settimo giorno di tregua. Durante il cessate il fuoco, mediato dal Qatar, 80 ostaggi israeliani sono stati liberati in cambio di 240 prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri di Tel Aviv. Più di 20 stranieri, la maggior parte dei quali thailandesi residenti in Israele, sono stati liberati al di fuori dell’accordo. Nella notte sono stati scarcerare anche altri sei israeliani, alcuni dei quali con doppia nazionalità.