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Gli USA negano l’estradizione di un italo-americano accusato di aver stuprato la figlia per 12 anni

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L’uomo è accusato di aver violentato la figlia per 12 anni prima di scappare negli USA, che ora negano l'estradizione

L’uomo, un 50enne con cittadinanza sia italiana che americana, è stato accusato di aver violentato la figlia per 12 anni, prima di espatriare negli Stati Uniti.

Gli Usa negano l’estradizione

Le violenze sarebbe state perpetrate ai danni della ragazza tra Sagrado, in provincia di Gorizia dove vivevano, e gli USA dove si sono trasferiti. Il padre è sempre riuscito ad evitare il processo a suo carico e ora, nonostante l’Italia ne abbia chiesto il ritorno in patria, potrebbe non essere estradato. Ad oggi l’uomo vive nella città di Palestine, in Texas. “Io e la collega Diana Firling di New York riteniamo che l’Italia non sia competente a giudicare, ma che lo sia la Corte statunitense. Auspico che gli Usa concedano la massima tutela all’indagato, mettendolo al riparo anche da future richieste delle autorità italiane“, le parole dell’avvocato difensore, Alexandro Maria Tirelli, nonché Direttore dell’Alta scuola estradizioni.

12 anni di violenze

Secondo le accuse, la figlia, nata nel 1997, sarebbe stata costretta “con più azioni di uno stesso disegno criminoso” a subire “da quando aveva sei anni fino a dopo che ne aveva compiuti diciotto ripetuti atti sessuali nella camera da letto della sua abitazione”. Le accuse a carico del padre sono violenza sessuale aggravata dalla maggiore età e dal rapporto di parentela. La ragazza è stata seguita da un centro di igiene mentale fino al 2019.

Indaga la Procura

Le indagini sono state affidate al sostituto procuratore, Giulia Villani. La Procura di Gorizia ha avanzato la richiesta di “procedere alla identificazione dell’uomo e di notificargli l’avviso di garanzia, invitandolo a eleggere domicilio in Italia, in modo poi da poterlo sottoporre a un processo“. Nonostante, inoltre, sia stato invocato il Trattato tra Stati Uniti e Italia, firmato il 9 novembre 1982, gli USA hanno negato l’estradizione dell’accusato. A poco è servito sottolineare la recidività. L’uomo, infatti, era già stato sottoposto ad un procedimento penale, sempre per violenza sessuale, questa a volta a danno di una seconda figlia