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Gli USA riaprono i confini ai vaccinati: bisognerà presentare anche un test

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Stop alle restrizioni all'ingresso negli Stati Uniti per i viaggiatori internazionali, che erano state introdotte nel 2020 a causa della pandemia.

Stop alle restrizioni all’ingresso negli Stati Uniti per i viaggiatori internazionali, che erano state introdotte nel 2020 a causa della pandemia.

Gli USA riaprono i confini ai vaccinati: stop alle restrizioni per i viaggiatori

Le restrizioni all’ingresso negli Stati Uniti per i viaggiatori internazionali, introdotte nel 2020 a causa della pandemia, sono state bloccate. Come annunciato alla fine di ottobre dalla Casa Bianca, si riaprono finalmente i confini per tutti coloro che vengono dall’Europa, dalla Cina, dall’India, dal Brasile e dal Sudafriaca, sia per turismo che per motivi di studio o di lavoro. Per poter entrare bisogna aver completato il ciclo vaccinale e aver effettuato un test nei tre giorni precedenti alla partenza.

Gli USA riaprono i confini ai vaccinati: decreto firmato

Il decreto è già stato firmato dal presidente Joe Biden, ma prevede anche delle esenzioni, per i minori di 18 anni, per le persone con problemi medici oppure provenienti da Paesi in cui i vaccini non sono abbastanza disponibili. A tutti, però, verrà richiesto il risultato negativo di un tampone. Dovranno essere le compagnie aeree ad applicare tutte le nuove procedure. La pena in caso di violazione di queste regole prevede sanzioni fino a 35 mila dollari.

Gli USA riaprono i confini ai vaccinati: “Riapertura accolta con favore dal pubblico italiano”

La riapertura degli Stati Uniti è stata accolta con estremo favore dal pubblico italiano: c’è tanta voglia di fare vacanza, di viaggiare e ovviamente gli Stati Uniti sono una meta importantissima per i turisti italiani, per ricongiungimento familiare, affari” ha dichiarato Andrea Mele, vicepresidente di Astoi Confindustria Viaggi, commentando la notizia a Rainews 24. “Ci sono però Paesi importanti che hanno riaperto e dove noi italiani non possiamo andare, come la Thailandia, il Marocco, la Turchia, la Polinesia francese: si tratta di mete ancora vietate e questo incide tantissimo sul nostro settore turistico” ha aggiunto. “Parliamo di un’industria che la la peculiarità di programmare con molto anticipo: abbiamo bisogno di tempi certi che stanno mancando clamorosamente da parte delle autorità competenti. Non riusciamo a capire dove andremo e cosa accadrà: il decreto che stabilisce i divieti scade il 15 dicembre” ha concluso.