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Hassan al-Kontar: il siriano bloccato da 6 mesi in aeroporto

Hassan, il giovane siriano bloccato in aeroporto

Sembra la trama di "The Terminal" ma sta succedendo in Malesia: per colpa della guerra Hassan è costretto a vivere in un aeroporto.

Bloccato da 6 mesi in un aeroporto internazionale: questa la tragica storia di Hassan al-Kontar, un cittadino siriano di 36 anni che non può tornare in Siria, negli Emirati Arabi e non può restare in Malesia.

“All’inizio credevo fosse anche esilarante, come nel film “The Terminal“, ma ora è diventato estenuante, un incubo dal quale tempo non uscirò presto.

Il Terminal siriano

Chi non conosce il film “The Terminal”? Uno dei più grandi successi di Steven Spielberg sembra ormai materializzarsi all’aeroporto di Kuala Lumpur in Malesia; l’unica differenza è che al posto di Tom Hanks nei panni di Viktor Navorski troviamo Hassan al-Kontar, un 36enne siriano che è rimasto bloccato 6 mesi in Malesia.

La ragione di questo limbo burocratico è il dramma della guerra in Siria che porta migliaia di cittadini a emigrare in altri paesi in cerca di un luogo sicuro dove poter iniziare una nuova vita. Hassan però ha un visto turistico scaduto, non può tornare negli Emirati Arabi (dove aveva un permesso lavorativo) né tornare in Siria dove sarebbe costretto a prendere parte alla guerra civile a causa della leva obbligatoria.

Se tornasse in Siria sarebbe quindi arrestato per non aver preso parte alla guerra, l’uomo è quindi costretto a rimanere in aeroporto che da tre mesi ormai è diventato casa sua: al-Kontar si arrangia come nel film the Terminal: “In aeroporto ho la connessione internet e quindi posso chiamare e scrivere con la mia famiglia, ma sono solo, perché poche persone parlano inglese“.

La situazione del siriano è ben più complessa di quella di Tom Hanks, ha cercato di raggiungere l’Ecuador, la Cambogia ma senza nessun successo, il suo compagno di viaggi è il suo cellulare col quale aggiorna la sua situazione su Twitter: “Sono alla disperata ricerca di aiuto, non posso più vivere in questo aeroporto, l’incertezza mi sta facendo impazzire. Ho contattato le Organizzazioni internazionali, Ong, istituzioni per chiedere aiuto. Ci sono diversi gruppi a mio supporto ma non credo che la situazione si risolverà presto”, intanto sulla sua pagina Twitter arrivano addirittura proposte di matrimonio per fargli ottenere il visto.