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I tre giri di vite del governo sul Reddito di Cittadinanza

Giorgia Meloni

In cosa consistono i tre giri di vite del governo guidato da Giorgia Meloni sul Reddito di Cittadinanza e quali ministri ci hanno lavorato

I tre giri di vite del governo di Giorgia Meloni sul Reddito di Cittadinanza stanno a metà fra riforma e rivoluzione. Offerta congrua addio, giovani e solo 7 mesi nel 2023 prima che la misura attuale cessi sono delle modifiche sostanziali alla misura targata M5s e la Manovra porta una tripla stretta sul reddito di cittadinanza, come spiega Open. Il primo dato è che  la legge di Bilancio aveva già ridotto da 12 a 8 mesi la durata del sussidio a partire dal 2023. 

Giri di vite sul  Reddito di Cittadinanza

Si parla di “occupabili”, quasi 860 mila beneficiari senza minori o anziani a carico e che siano in grado di lavorare. Poi si era scesi da da 8 a 7. E dopo gli emendamenti della maggioranza di centrodestra è stata cancellata l’offerta “congrua”. Tradotto: rifiutare le offerte di lavoro perché non sarebbero tali da garantire un sostentamento non si potrà più fare altrimenti il reddito sarà cancellato. Poi c’è la terza parte della “stretta”: a decorrere dal primo gennaio 2023 l’erogazione del reddito di cittadinanza ai giovani tra i 18 e i 29 anni sarà condizionata al completamento del percorso della scuola dell’obbligo

“Giovane, o ti formi o perdi il Rdc”

Cioè? I giovani che vorranno ricervere il RdC dovranno iscriversi “a percorsi formativi o comunque funzionali all’adempimento dell’obbligo”. A volere la misura voluta il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, secondo cui quella formula serve a combattere l’abbandono scolastico. Dal canto suo la ministra Elvira Calderone assicura che a gennaio il governo approverà un decreto per definire la seconda gamba essenziale per i beneficiari e “mettere i puntini sulle i” sulle politiche attive.