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Il Covid terza causa di morte in Italia: lo dice il report Fiaso

Al centro, Giovanni Migliore

I numeri e le indicazioni che arrivano dagli ospedali-sentinella sui dati: il Covid terza causa di morte in Italia secondo l'ultimo report Fiaso

Il Covid terza causa di morte in Italia: lo dice il report Fiaso, sul quale il presidente Giovanni Migliore commenta a Tgcom24 i dati sull’andamento delle ospedalizzazioni. Dati che parlano chiaro: “Più o meno un terzo dei positivi ricoverati è in ospedale per altre malattie primarie, tuttavia in terapia intensiva ben il 90% dei positivi è ricoverato per polmonite da Covid”. 

Covid terza causa di morte e Giovanni Migliore fa il punto della situazione: bene ma non benissimo

La previsione di Migliore è sulla stabilizzazione: “Il trend delle ospedalizzazioni dovrebbe stabilizzarsi per poi cominciare a scendere. Purtroppo nello stesso periodo osserveremo anche un maggior numero di decessi dovuti esclusivamente al Covid, che ad oggi continua a essere la terza causa di morte in Italia“. Ma cosa dice in polpa il report Fiaso che attinge i suoi dati da alcuni spot sanitari-sentinella? 

Ospedalizzazioni in calo ma il covid è ancora la terza causa di morte nel paese

Che in sette giorni, dall’11 al 18 gennaio, si è registrato un aumento delle ospedalizzazioni del 7,1%. Si tratta di un dato inferiore rispetto a quel 18% della settimana prima. Il 67,2% dei pazienti ha sviluppato il Covid e ha una patologia polmonare, il 32,8% è positivo ma in ospedale ci sta per altre malattie, salvo poi scoprire di avere il coronavirus con tampone in ingresso

La malattia da covid è la terza causa di morte in italia, preoccupano i dati sui ricoveri pediatrici under 5

Ed oltre due terzi dei ricoverati “con Covid” erano correttamente vaccinati e per questo sono stati protetti dagli esiti severi. Il dato inquietante riguarda i bambini: i loro ricoveri sul range analizzato sono cresciuti del 27,5%. Lo dicono i quattro ospedali pediatrici “civetta”. Il numero dei bambini ricoverati è passato da 120 a 153 in 7 giorni, 10 di loro sono in terapia intensiva. Il 34% ha meno di 6 mesi e il 61% ha meno di 4 anni, cioè in fascia di età non vaccinabile.