Un rientro atteso da chi ha seguito nel tempo il suo percorso, fatto di accostamenti materici originali, riferimenti artistici colti e una costante attenzione al lavoro artigianale.
Vecchi porta con sé un immaginario costruito attraverso anni di studio e osservazione: dal nero assoluto del Quadrato di Malevič ai rossi e gialli di Matisse, dalle atmosfere rarefatte degli interni di Hammershøi fino ai verdi intensi di Wilhelmina Barns-Graham.
Elementi che continuano a influenzare le scelte cromatiche e la struttura delle sue collezioni.
Al centro del suo lavoro resta una sartoria che nasce dal viaggio. Le sue creazioni mescolano materiali lontani – garze di cotone, sete indiane, broccati, tessuti tecnici, cashmere – e tecniche che spaziano dal ricamo manuale ai volumi ispirati tanto all’Estremo Oriente quanto alla tradizione europea. È una ricerca che prende forma attraverso esperienze maturate tra Marocco, India, archivi storici e capitali della moda come Londra e Parigi, con un’attenzione costante alla sostenibilità e alla valorizzazione delle maestranze, in particolare femminili.
Nel tempo, alcune sue collezioni sono rimaste nella memoria degli addetti ai lavori: dalla mostra del 2005 dedicata ai kimono alla serie ispirata a Klimt ed Emilie Flöge, caratterizzata da ori, superfici opache e linee sinuose. Righe, fiori e ramage continuano a essere elementi ricorrenti, reinterpretati secondo un linguaggio personale fatto di contrasti equilibrati.
Il ritorno a Como coincide con l’apertura di un temporary store ospitato da Casa 7, in via Diaz 7, dall’11 al 13 dicembre. La prima giornata prevede un cocktail inaugurale dalle 18 alle 21. Sarà l’occasione per incontrare la stilista, vedere da vicino alcune sue creazioni e ritrovare un dialogo con il pubblico lariano.
Un appuntamento discreto, ma significativo, che segna la nuova presenza di Daniela Vecchi in una città che ha contribuito a definire la sua identità professionale.