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L’investigatore privato per le aziende

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Ecco quando è possibile chiamare un investigatore privato per le aziende

Anche le aziende possono avvalersi dell’aiuto da parte di un investigatore privato. Questo professionista, opportunamente formato e munito degli strumenti necessari a svolgere in modo congruo il proprio compito, deve essere contattato dall’azienda, però, solo in caso di comprovati sospetti sui propri collaboratori.

Quando un’azienda può chiamare l’investigatore

Un’azienda può contattare un investigatore privato quando è in possesso di qualche indizio che indicano l’effettiva attività fraudolenta o illecita posta in essere da un collaboratore; può essere avviata un’indagine anche in caso di semplici sospetti, che devono però essere comprovabili. Ad esempio il mancato passaggio da un valico autostradale con il veicolo aziendale può essere causa del sospetto che il dipendente non si sia recato nel luogo previsto per quella giornata lavorativa.

Ci sono agenzie particolarmente esperte in questo settore, come ad esempio l’agenzia investigativa Vox, che da anni opera sia in ambito privato che aziendale. Precisiamo comunque che la cassazione ha ribadito come l’azione dell’investigatore privato si possa svolgere solo al di fuori del turno lavorativo e dell’azienda. Nel caso in cui sia necessario avviare un’indagine interna è necessario che sia un dipendente, opportunamente designato, a svolgerla.

I casi più diffusi

Le situazioni in cui l’aiuto da parte di un investigatore privato può essere prezioso sono vari. Il più classico riguarda il sospetto che uno o più collaboratori svolgano un’attività lavorativa ulteriore rispetto a quella prestata in azienda, in contrasto con il contratto di lavoro in essere. Si svolgono poi numerose indagini per furti di beni in azienda, ma anche per assenze ingiustificate, congedi per malattia o permessi per la legge 104 del 1992 impropri o falsificati, o ancora per assenteismo.

Questa spesso si rivela essere un problema più ampio di quanto sembri: un dipendente effettua l’ingresso in azienda ma subito dopo esce e svolge altre attività, ludiche o lavorative. In tutte queste situazioni l’investigatore privato può raccogliere prove dell’effettivo illecito del collaboratore, fornendole poi all’azienda. Tali prove hanno valore legale, possono quindi motivare un licenziamento per giusta causa o essere utilizzate per intentare un’azione legale contro il collaboratore.

L’azione dell’investigatore deve essere nota ai dipendenti?

Ci sono varie situazioni in cui un’attività di controllo deve essere nota a coloro che vi sono sottoposti. Un esempio è quello delle telecamere, la cui presenza deve essere chiaramente segnalata, non solo a chi lavora in un’azienda, ma anche ad eventuali soggetti esterni che vi possono accedere.

Nel caso di un investigatore privato la sua attività deve solitamente avvenire in segreto, perché in caso contrario chi viene controllato potrebbe non continuare le sue attività illecite, in quanto conscio di essere seguito. È quindi possibile per l’azienda far controllare o seguire un collaboratore senza avvisarlo; a patto però che vi sia uno specifico incarico dell’azienda all’investigatore, che è tenuto alla segretezza dei dati raccolti: li consegnerà al datore di lavoro e non a terze persone. Per questo motivo è necessario che l’investigatore incaricato svolga in prima persona il compito per cui è stato richiesto il suo aiuto, non demandandolo ad altri.