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Invia immagini blasfeme su Maometto su Whatsapp: 26enne condannata a morte in Pakistan

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Pakistan, una ragazza di 26 anni è stata condannata a morte per aver condiviso immagini blasfeme su Maometto sulla famosa app di messaggistica

Pakistan, una ragazza di 26 anni è stata condannata a morte per aver condiviso immagini blasfeme su Maometto sulla famosa app di messaggistica.

Pakistan, 26enne condannata a morte per aver condiviso immagini blasfeme su Maometto: la denuncia

La ragazza si chiama Aneeqa Ateeq, ha 26 anni, ed è una giovane donna pakistana di fede musulmana. La ragazza è stata accusata di aver inviato delle immagini caricaturali di Maometto e di una delle sue mogli ad un conoscente via WhatsApp. L’uomo che ha ricevuto questi messaggi l’ha denunciata e Aneeqa è stata condannata a morte.

Pakistan, 26enne condannata a morte per aver condiviso immagini blasfeme su Maometto: l’accusa

I giudici che hanno emesso la sentenza hanno giudicato quelle immagini: “intollerabili e insopportabili per qualsiasi musulmano”. La ragazza non ha potuto fare altro che provare a difendersi dichiarandosi non colpevole. Secondo Aneeqa, l’accusatore, di nome Hasnat Farooq, l’aveva appositamente trascinata in una discussione religiosa per poterla incastrare dopo che lei si era rifiutata di uscire con lui. “Quell’uomo mi ha trascinato in una discussione religiosa per vendetta, dopo avermi provocata mi ha indotta a inviare quelle immagini, poi le ha consegnate alla polizia per incastrarmi”. I giudici hanno comunque deciso di comminarle la pena capitale. La 26enne ha ancora diritto a presentare un ricorso difronte all’Alta Corte di Lahore.

Pakistan, 26enne condannata a morte per aver condiviso immagine blasfeme su Maometto: i precedenti

I precedenti purtroppo non fanno ben sperare per le sorti di Aneeqa. Dal 1990 ad oggi, infatti, almeno 80 persone sono state uccise in Pakistan con le accuse di blasfemia. Talvolta ad essere state condannate non sono state solo le persone che effettivamente avevano commesso il reato, ma anche famigliari, avvocati e in un caso anche un giudice.