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Le Nazioni Unite, ma anche giornalisti e organizzazioni umanitarie hanno dichiarato di aver perso i contatti con il personale e le famiglie a Gaza, dopo che Israele ha messo fuori uso internet e le comunicazioni. I residenti della Striscia sono stati tagliati fuori dal mondo.
Gaza in un blackout delle comunicazioni
NetBlocks, un’organizzazione che monitora la sicurezza informatica, ha riferito di un crollo della connettività nella Striscia di Gaza nella tarda serata di venerdì. Il provider di telecomunicazioni palestinese, Paltel, ha invece affermato che il bombardamento ha causato “l’interruzione completa” dei servizi internet, cellulari e di rete fissa. Poco dopo la segnalazione della perdita del segnale, nel territorio sono stati uditi bombardamenti eccezionalmente pesanti. Israele stesso ha confermato che le forze aeree e di terra stavano intensificando gli attacchi. Le esplosioni dei raid aerei hanno illuminato il cielo di Gaza City per ore, ma l’interruzione delle comunicazioni ha impedito di conoscere immediatamente il numero di vittime e i dettagli delle incursioni via terra.
Onu: “Persi contatti con tutto il personale a Gaza”
Già al buio dopo l’interruzione dell’elettricità e l’esaurimento del carburante per i generatori, i 2,3 milioni di abitanti di Gaza sono stati isolati dal resto del mondo. Il Comitato per la protezione dei giornalisti ha lanciato l’allarme, affermando che il mondo “sta perdendo una finestra sulla realtà” del conflitto. Ha avvertito, inoltre, che il vuoto di informazioni “può essere riempito con una propaganda mortale, di disinformazione“. Nel frattempo, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha dichiarato che la situazione umanitaria a Gaza sta affrontando un “collasso totale con conseguenze inimmaginabili per oltre 2 milioni di civili“.
Un grave colpo al sistema sanitario
La perdita di comunicazioni ha inferto un ulteriore colpo a un sistema medico che era già sull’orlo del baratro. L’assedio israeliano della Striscia, infatti, dura da tre settimane. Lynn Hastings, coordinatrice umanitaria delle Nazioni Unite per la Palestina, ha twittato che senza linee telefoniche e internet gli ospedali e le operazioni di soccorso non sarebbero stati in grado di operare: “Le guerre hanno delle regole. I civili devono essere protetti” ha sottolineato. Le agenzie di soccorso e i gruppi per i diritti umani, tra cui Unicef, Croce Rossa, Medici senza frontiere e Amnesty hanno dichiarato di aver perso tutti i contatti con il loro personale sul territorio. Anche la Società della Mezzaluna Rossa Palestinese, in un comunicato, ha annunciato di aver “perso completamente i contatti con le sale operative a causa dell’interruzione da parte delle autorità israeliane di tutte le comunicazioni su rete fissa, cellulare e internet“.