L’alibi di Diego Gugole che è andato al bar dopo aver ucciso i suoi genitori ha il sapore dell’orrore sull’orrore. Un delitto, quello commesso dal 25enne di Chiampo, in provincia di Vicenza, programmato da tempo con l’acquisto di una pistola da 3.800 euro e mirante a mettere le mano su 800mila euro, anche a costo di macchiarsi del sangue di chi gli aveva dato la vita e cure amorevoli malgrado un comportamento atipico.
L’alibi di Diego Gugole: il bar
L’idea era nascondere le tracce di sangue sulla scena del crimine con della vernice e infilare nella spazzatura i cadaveri di Sergio Gugole e Lorena Zanin. Diego li aveva ammazzati sparando alle spalle di suo padre che era seduto in cucina ed alla madre mentre rientrava a casa. Poi l’auto e per diverse ore più nulla: ecco, quello era il momento in cui, con una scenografica incursione in un bar, Diego si sarebbe dovustro costruire un alibi di ferro. Poi qualcosa è scattato nella sua mente e il 25enne è andato dai Carabinieri a costituirsi.
“Non mi piaceva lavorare e volevo una casa”
Ed a spiegare: “Non mi piaceva lavorare, volevo i soldi per una macchina e per una casa”. Disoccupato, accuddito con amore, in cura da uno psicoterapeuta e lucido nel comprare una pistola da 3.800 euro una settimana prima del delitto. Dopo il crimine un bonifico da 16mila euro girato dalle coordinate delle vittime e quegli 800mila euro a cui Diego puntava. “Volevo comprare una casa e avevo già dato la caparra per un appartamento. Lavorare non mi piaceva, ultimamente dicevo spesso bugie ai miei genitori”.