L’asma allergico sarebbe uno “scudo verso le conseguenze gravi del covid”, l’allergologo Alberto Tedeschi ne ha parlato a margine del congresso nazionale Aaiito a Firenze. Ha detto lo specialista illustrando i riscontri che aveva ottenuto nella valutazione dei pazienti affetti da asma e poi infettati dal coronavirus: “All’inizio della pandemia eravamo preoccupati che i pazienti allergici fossero a rischio di presentare le conseguenze più gravi dell’infezione da Sars-Cov-2”.
L’asma allergico, lo scudo al covid
Poi la rivelazione in un certo senso spiazzante: “Invece, sorprendentemente, ci rendemmo conto che i pazienti con asma allergico ricoverati per polmonite da Covid erano una piccolissima percentuale, inferiore a quella di pazienti asmatici sulla popolazione generale”. Tedeschi ha precisato ancora: “Successivamente, altri dati hanno dimostrato che l’asma allergico riduce il rischio di sviluppare una polmonite grave da Sars-Cov-2 mentre il rischio nei pazienti con asma non allergico è sovrapponibile a quello della popolazione generale”.
Se allergico è “protettivo” per la polmonite
“Nei casi di asma scarsamente controllato il rischio può essere addirittura aumentato”. E la chiosa del responsabile Unità Medicina Interna Ospedale di Seriate? “Dipende quindi dai tipi di asma, quello allergico sembra essere ‘protettivo’ rispetto allo sviluppo di polmonite grave nei pazienti Covid”.