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L'ex ministro Claudio Martelli: "Avrei tolto la delega al Dap ad Andrea Delmastro"

Claudio Martelli

Claudio Martelli era guardasigilli quando fu istituito il 41-bis dopo le stragi del 1992.

Claudio Martelli, vicepresidente del Consiglio dei ministri tra il 1989 e il 1992 e ministro di Grazia e giustizia tra il 1991 e il 1993, ha espresso la sua opinione sul caso di Andrea Delmastro.

Claudio Martelli: “Un sottosegretario non può far usare le intercettazioni in carcere contro un altro partito”

“Da ministro avrei redarguito il mio sottosegretario e gli avrei tolto la delega al Dap (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, ndr), perché un sottosegretario che viene a conoscenza di intercettazioni fatte in carcere non può regolarle come armi contundenti a un suo compagno di partito perché le usi contro un altro partito“, ha detto Claudio Martelli.

In una lettera al Corriere della Sera, la premier Giorgia Meloni ha invece dichiarato di non ritenere che “vi siano in alcun modo i presupposti per le dimissioni” di Andrea Delmastro.

“Il 41-bis ha ancora senso, ci sono centinaia di boss detenuti”

Claudio Martelli ricopriva il ruolo di guardasigilli quando, dopo le stragi del 1992, venne istituito il 41-bis, ovvero il regime di carcere duro.

“Oggi ha ancora senso perché ci sono centinaia di boss detenuti”, ha detto Martelli. “Si può accettare di discutere o abrogare una legge perché c’è un detenuto in sciopero della fame?”, ha poi commentato l’ex ministro.