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La bufala delle file per comprare l'iPhone 5

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Una volta erano i giapponesi a mettersi in fila fin dalla notte per comprare l'ultimo gioiello dell'elettronica. Come se ci fosse il pericolo di non poter mai avere l'agognata console o telefonino. Poi arrivò l'iPhone, la moda delle file fuori ai negozi scoppio anche negli States. La vendita di...

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Una volta erano i giapponesi a mettersi in fila fin dalla notte per comprare l’ultimo gioiello dell’elettronica. Come se ci fosse il pericolo di non poter mai avere l’agognata console o telefonino. Poi arrivò l’iPhone, la moda delle file fuori ai negozi scoppio anche negli States. La vendita diventava evento, un evento sapientemente preceduto da un’ansia indotta dell’acquisto. Frasi tipo “Sta arrivando” bombardavano il consumatore. La paura indotta di pochi modelli disponibili, in realtà volutamente tenuti in giacenza nei magazzini per aumentare il desiderio nel consumatore. Lo stesso è capitato con l’iPhone 5, da oggi disponibile anche in Italia. Si narra d’interminabili file davanti ai negozi, tende e sacchi a pelo per passare la notte fuori questo o quel megastore, ansiosi di purgarsi di 729,00 euro per il modello base. Le file testimoniate dalle telecamere, peccato mai con riprese a campo largo. Insomma, il messaggio è che tutti vogliono l’iPhone 5, e magari è anche vero, la voglia aumenta dopo aver vistomcerte scene d’isteria collettiva. Si crea l’evento e il pesce abbocca. Le vendite, quelle importanti, non ci saranno oggi, ci saranno nei mesi seguenti, perché la strategia funziona, è ormai consolidata. Se ci sono tanti “nerds” disposti a non dormire per l’iPhone 5 allora, lo voglio anch’io. Ora voglio raccontarvi un episodio di cui sono stato diretto testimone. Era il giorno dell’apertura di un nuovo megastore di prodotti elettronici. Si promettevano offerte speciali. Mi reco al megastore e trovo transenne, una cinquantina di persone in fila, e del personale preposto a smistare l,ingresso delle persone. La fila si muoveva a rilento. Si entrava a tre, quattro per volta. Eppure, dalle vetrine potevo vedere che il megastore era praticamente vuoto. Saremmo potuti entrare tutti insieme senza creare disagi. Così però, fuori non ci sarebbe stata nessuna fila e la gente non sarebbe stata incuriosita. Non conta chi c’è fuori ma chi c’è dentro e sopratutto, se spende.