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Canzoni rimosse da Facebook e Instagram: la versione della Siae

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In una e-mail inviati agli iscritti, la Siae ha dato la colpa a Meta per il mancato accordo per le canzoni su Facebook e Instagram.

Si è parlato molto del mancato accordo tra SIAE e Meta, che ha portato alla rimozione delle canzoni su Facebook e Instagram. Scopriamo insieme la versione della società che tutela e gestisce i diritti d’autore.

Canzoni rimosse da Facebook e Instagram: la versione della SIAE

Negli ultimi giorni si è parlato molto del mancato accordo tra SIAE e Meta, che ha portato il colosso che gestisce Facebook e Instagram ad eliminare tutte le canzoni legate alla società che tutela e gestisce i diritti d’autore. Una decisione “unilaterale” arrivata “come un fulmine a ciel sereno” ha spiegato la SIAE in una mail indirizzata ai propri iscritti, in cui ha voluto rispondere ad alcune domande emerse in questi giorni. “La negoziazione è stata interrotta per il rifiuto di Meta di condividere con SIAE le informazioni necessarie alla definizione di una somma congrua per remunerare gli autori e gli editori. Le normative europee stabiliscono che gli aventi diritto debbano ricevere una somma adeguata e proporzionata per l’utilizzo delle loro opere. Meta ha imposto a SIAE una cifra forfettaria, nella formula del ‘prendere o lasciare’, senza fornire dettagli su come fosse calcolata. Meta ricava cifre astronomiche dalle opere musicali: queste sono tutte informazioni vitali per il calcolo di una somma adeguata e proporzionata. La trasparenza nelle negoziazioni è un obbligo sancito dalle Direttive Europee, a tutela degli aventi diritto” ha spiegato la SIAE, sottolineando che al fronte di 116 miliardi di euro di fatturato nel 2022 Meta non ha interesse a condividere i dati relativi ai ricavi derivati dall’utilizzo delle opere musicali, costringendo le società che tutelano i diritti d’autore ad accettare una cifra forfettaria senza possibilità di replica.

Come mai non si è trovato un accordo con SIAE?

In tanti hanno fatto notare come Meta abbia accordi sul diritto d’autore in oltre 150 paesi, chiedendosi per quale motivo non si sia trovato un accordo proprio con SIAE. “SIAE è verosimilmente la prima società di collecting in Europa, all’indomani della Direttiva Europea sul Copyright, ad aver avuto il contratto in scadenza con Meta” viene spiegato nella mail di SIAE, che ha ipotizzato che il mancato accordo sia dovuto ad una fase di spending review del colosso americano, adducendo l’idea che “il taglio dei costi si voglia fare anche a discapito del lavoro di autori ed editori“. “Comprendiamo che l’aspetto promozionale sia fondamentale per un artista, in particolare per gli emergenti. Il ritorno economico, in termini di diritto d’autore, è però una questione non solo di principio ma anche di natura pratica ed economica. Già allo stato attuale, parlando di diritto d’autore, voi autori ed editori ricevete briciole dalle piattaforme di Meta” ha aggiunto SIAE, che ha spostato ogni responsabilità su Meta, puntando il dito contro la mancanza di trasparenza. “Continueremo a cercare un dialogo con Meta a tutela dei vostri interessi, anche promozionali, ma è importante in questa fase non cedere al ricatto del ‘prendere o lasciare’” ha concluso la società.