> > Laila morta sul lavoro, il macchinario era difettoso: la prova nelle foto sul...

Laila morta sul lavoro, il macchinario era difettoso: la prova nelle foto sul suo cellulare

Laila foto macchinario guasto

Sul cellulare di Laila, morta sul lavoro inghiottita da un macchinario, sono state trovate foto di quest'ultimo difettoso e malfunzionante.

Emergono nuovi dettagli sul caso di Laila El Harim, la dipendente di 40 anni morta sul lavoro a Modena: sul suo cellulare sono state trovate delle foto del macchinario non funzionante che la donna usava scattare per spiegare il problema ai tecnici e ai capi.

Laila, le foto del macchinario sul cellulare

Che quella macchina era malfunzionante era noto a tutti nella Bombonette, la fabbrica di cartoni per l’imballaggio di dolci a Camposanto dove Laila era impiegata. Più volte si era bloccata e lei aveva prontamente fotografato il difetto per mostrarlo agli addetti che dovevano intervenire per ripararla, immagini che gli inquirenti hanno trovato nella memoria del suo teledfonino.

Anche la sera, quando tornava a casa dopo una giornata di lavoro, ne parlava col compagno Manuele Altiero che avrebbe dovuto sposare: “Se ne lamentava spesso, diceva che la fustellatrice si bloccava, che non andava. E spesso dovevano intervenire gli elettricisti”.

Laila, le foto del macchinario sul cellulare: “Se ne lamentava spesso”

Saranno ora i magistrati, che hanno aperto un fascicolo per omicidio colposo nel quale è indagato il legale rappresentante della fabbrica, a capire se ci sia una correlazione tra i malfunzionamenti segnaati e la morte della giovane madre. Quest’ultima teneva anche un diario nel quale, oltre a fatti personali, segnava l’andamento della giornata lavorativa.

Nelle pagine mancherebbero però riferimenti specifici e sarebbero contenute soltanto annotazioni generali come “oggi è andata così così” o frasi simili.

Laila, le foto del macchinario sul cellulare: parla l’avvocato

L’avvocato della famiglia della vittima, Monica Rustichelli, ha già annunciato che se necessario nominerà dei periti tecnici per esaminare il macchinario. Intanto gli investigatori stanno cercando di capire perché il sistema di sicurezza fosse attivabile solo manualmente.

Il ministro del Lavoro Andrea Orlando, che è intervenuto sulla vicenda durante il question time di giovedì 5 agosto, ha affermato che se fosse vero ciò che emerge dalle prime indagini “tutti i controlli del mondo non servirebbero“. Se infatti una macchina risulta idonea durante il controllo risulta idonea ma poi le viene disattivato il dispositivo di sicurezza, tutto gli sforzi vengono vanificati.

Sul fronte politico si è mosso anche l’assessore regionale al Lavoro Vincenzo Colla: “C’è un incremento inaccettabile degli episodi di morte sul lavoro, è urgente rafforzare il sistema. Per questo abbiamo intenzione di parlarne nella prossima riunione del Patto per il Lavoro“.