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Lega-M5S, altri incontri tra passi avanti e divergenze

di maio

Altri vertici tra i leader dei due partiti. Manca l'accordo sulla gestione dell'Ilva, intesa su conflitto di interessi e reddito di cittadinanza.

Sembra ancora lontana da una conclusione la trattativa tra Lega e Movimento 5 Stelle sulla formazione del nuovo governo. Manca l’intesa sulla figura da proporre per il ruolo di premier e sulla gestione dell’Ilva, mentre si sono registrati passi avanti su temi come il reddito di cittadinanza, la flat tax e la legge Fornero. Intanto, secondo la Meloni, Di Maio avrebbe chiesto a Fratelli d’Italia il sostegno a un governo da lui guidato.

Governo, trattativa Lega M5S

Proseguono gli incontri tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini per arrivare a un accordo che sancirebbe la formazione del nuovo esecutivo, evitando così il ritorno al voto nei mesi estivi.

Dopo un primo vertice conclusosi con un nulla di fatto, i leader di Lega e M5S si troveranno nuovamente nella giornata di sabato 12 maggio a Milano per continuare una trattativa che fino a questo momento ha visto l’avvicinamento su alcuni importanti punti, nonostante rimangano forti le divergenze su altri temi.

Al termine dell’incontro tenuto venerdì 11 maggio, Luigi Di Maio ha dichiarato che si sono registrati “notevoli passi avanti con il programma di governo, stiamo trovando ampie convergenze su reddito di cittadinanza, flat tax, legge Fornero, sulla questione che riguarda la lotta al business dell’immigrazione, del conflitto di interessi”.

Nonostante il leader del M5S abbia negato di aver discusso della figura di Presidente del Consiglio, continua parallelamente la ricerca di un premier “terzo”. Secondo alcune indiscrezioni, tra gli ultimi possibili candidati ci sarebbero il docente Giacinto Della Canenea, curatore della relazione sui punti di contatto nei programmi di Lega, M5S e Pd, e il filosofo genovese Paolo Becchi.

Tra gli scogli maggiori all’intesa tra i due partiti vi è poi la gestione dell’Ilva di Taranto, per cui il M5S punterebbe a una drastica ristrutturazione ambientale, senza escluderne la chiusura, posizione molto divergente da quella della Lega, che afferma che “sostenere che l’Ilva va chiusa è inaccettabile. Nessun posto di lavoro deve andare perso, così come non si può perdere o far scappare l’acquirente”, come spiegato dal parlamentare eletto in Puglia Rossano Sasso.

Incontro Di Maio Meloni

Intanto ha fatto discutere un incontro avvenuto nel pomeriggio di venerdì e durato circa un’ora tra Luigi Di Maio e la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Per il pentastellato si è semplicemente trattato di “un incontro cortese, le ho spiegato perché Fdi non può stare nel contratto di governo tra M5S e Lega”.

Diversa la versione della Meloni, secondo cui Di Maio avrebbe sondato il terreno per ottenere “un via libera a un nostro ingresso nel governo in cambio del sostegno ad una premiership sua o di un altro esponente del M5S. Ho risposto che FdI, che non ha avanzato alcuna richiesta di ingresso nel nuovo esecutivo, non potrebbe mai far parte di un governo a guida grillina. La risposta è che in questo caso, Di Maio avrebbe posto un veto sulla nostra presenza perché ‘troppo di destra’”.

La versione di Fdi è stata definita una “follia” dal M5S.

Renzi all’opposizione

Mentre procedono gli incontri tra M5S e Lega, Matteo Renzi fa sapere tramite Twitter che “loro fanno il governo, noi l’opposizione. Si chiama democrazia”. Elencando una serie di quelle che definisce “promesse folli e irrealizzabili” proposte dai due partiti, spiega che “diremo con forza no quando si tratterà di dare la fiducia al Governo, ma a differenza di altri lo faremo rispettando sempre le Istituzioni e il Governo della Repubblica. Perché noi siamo diversi da chi insulta, da chi odia, da chi illude. E lo dimostreremo anche dall’opposizione”.