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Leone fuggito a Ladispoli, il capo del circo Rony Vassallo: “Amo Kimba, ho dedicato tutta la mia vita agli animali”

Leone scappato a Ladispoli proprietario del circo

In merito al leone scappato a Ladispoli, è intervenuto il proprietario del circo Rony Vassallo: cosa ha detto sulla fuga di Kimba?

Rony Vassallo, proprietario e titolare del circo in tappa a Ladispoli dal quale il leone Kimba è scappato, ha commentato la fuga dell’esemplare. L’uomo ha ribadito che l’intera vicenda si sia originata da un sabotaggio organizzato per danneggiare il gruppo di acrobati e domatori di passaggio in città.

Leone scappato a Ladispoli, parla il proprietario del circo

La famiglia Vassallo è finita sotto i riflettori dopo la fuga del leone Kimba dalla gabbia del loro circo da poco approdato a Ladispoli. Il gruppo di circensi, che rivendica con orgoglio di discendere dai saltimbanchi medievali, si era fermato con la sua carovana in riva al litorale situato a Nord di Roma per allestire un nuovo spettacolo.

I Vassallo hanno avviato la loro avventura nel settore negli anni ’30 del secolo scorso. Dopo essersi cimentati con i primi spettacoli, hanno cominciato a organizzare tournée internazionale, approdando in Spagna, Francia, Grecia, Bulgaria, Romania, ex Jugoslavia, Cipro, Marocco, Inghilterra, Germania, Irlanda, America, Russia, Turchia, Portogallo, Malta e Olanda. Nel 1991, poi, la storia familiare viene scossa dalla prima scissione che segna la fine del circo Fratelli Vassallo e alla nascita del Roller, guidato da Edoardo Vassallo e dalla moglie Annamaria Perris con i figli Daniela, Alberto e Rony. Proprio quest’ultimo è il responsabile e titolare del Rony Roller Circus in cui si trova Kimba. Sempre Rony, inoltre, è a capo del settore animali. L’uomo, 48 anni, rappresenta la sesta generazione di circensi della famiglia e, negli anni, ha portato in scena tigri e leoni.

L’amore per gli animali e le frizioni con gli animalisti

“Mio padre è un grande trapezista e sperava che anche io seguissi le sue orme. Ma la mia grande passione sono sempre stati gli animali: non ricordo la prima volta che sono entrato nel recinto con leoni e tigri. Sono cresciuto con loro e ora vado in scena con loro”, ha raccontato Rony.

In occasione di tutte le interviste rilasciate fino alla fuga dell’imponente e maestoso Kimba, il 48enne ha sempre affermato di non ricorrere alla violenza per addestrare gli animali del circo. “Sarebbe una follia perché poi si difenderebbero e non avrei scampo. Fiducia e rispetto, si cresce insieme a questi animali, si rispettano i loro tempi e le loro esigenze”, ha spiegato.

Parlando del suo lavoro, Rony non ha mai negato le frizioni esistenti con gli animalisti. “Ma io sono il primo amante degli animali, a loro ho dedicato tutta la mia vita, con loro sono cresciuto e tutti i nostri animali sono controllati e amati come membri della famiglia”, ha detto ai microfoni del Tiburno.

Il proprietario del circo sul leone scappato a Ladispoli: “È un sabotaggio”

Con il caso Kimba, tuttavia, la situazione si è fatta molto più complessa e i Vassallo dovranno affrontare un’inchiesta sulla quale incombe lo spettro del sabotaggio. I membri del circo, infatti, continuano ad asserire con convinzione che qualcuno avrebbe aperto in modo volontario la gabbia del leone, all’interno della quale Kimba è infine tornato sano e salvo.

“Sono arrivato qui verso le 15:00, la porta era aperta, il lucchetto era a terra, rotto e il chiavistello era aperto”. È quanto raccontato da Rony Vassallo ai microfoni di Fanpage.it. “Un’oretta prima ero andato a controllare. Avevo chiuso personalmente la gabbia, non c’è margine d’errore, non posso aver sbagliato”.

Ribadendo l’ipotesi del sabotaggio, Vassallo ha rivelato: “Non si è trattato della prima volta. Era già successo nel 2017, quando ci trovavamo ai Giardini di Corcolle: qualcuno aprì la gabbia e i leoni scapparono”.

Il commento del sindaco

Intanto, le critiche nei confronti del circo non fanno altro che moltiplicarsi. “Nemmeno a me piace”, ha esclamato il sindaco Alessandro Grando. “Ma che dovrei fare? Io non ho autorizzato nulla e purtroppo non possiamo vietare ai circhi con animali di venire qui: nel 2017 ci abbiamo provato, ma abbiamo perso il ricorso al Tar. Le norme sono queste e fino a che non verranno cambiate a livello nazionale non potremo fare nulla. Spero che questo episodio possa smuovere qualche coscienza, e che finalmente si possa mettere la parola fine allo sfruttamento degli animali nei circhi”, ha aggiunto il primo cittadino.