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Lettere in carcere, vestiti e denaro per Alessia Pifferi

Alessia Pifferi

"C’è bisogno di altro tempo perché realizzi davvero cosa è successo ma qualcuno le manda in carcere vestiti e denaro": parla il legale di Alessia Pifferi

Ci sono anche persone che inviano lettere in carcere, vestiti e perfino denaro per  Alessia Pifferi. La donna che ha lasciato morire la piccola Diana “non ha ancora realizzato cosa sia successo”. A spiegarlo al Corriere della Sera è Solange Marchignoli, codifensore della 36enne di Milano che aveva lasciato Diana sola per 6 giorni in una casa a Ponte Lambro mentre era con il suo compagno.

“Le serve altro tempo per realizzare”

Ha detto la Marchignoli: “Si rende conto che sua figlia non c’è più ma c’è bisogno di altro tempo perché realizzi davvero cosa è successo“. E ancora: “Ha pianto. Soprattutto le prime volte che ci siamo parlate e ha raccontato la sua storia, ha pianto”. La Pifferi è tutt’ora detenuta in regime di isolamento e viene controllata a vista senza possibilità di alcun contatto con l’esterno. E con lei non vogliono avere più contatti né la mamma né il compagno, con cui Alessia aveva chiesto di parlare ma che però si è negato. 

Vestiti e denaro per Alessia Pifferi

L’avvocatessa Marchignoli ha spiegato che la donna è molto sola: “Né la madre, né il compagno vogliono più sentire parlare di lei”. Poi la chiosa: “Però devo dire che in carcere le sono arrivate lettere di persone a lei sconosciute che vorrebbero aiutarla. Anch’io ricevo ogni giorno lettere di uomini e donne che chiedono cosa poter fare per darle una mano, per poterle comprare dei vestiti, o mandarle del denaro“.