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L'evoluzione della banca digitale

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Se nel 2019 il mercato dell'internet banking è stato valutato 11,43 miliardi di dollari, secondo le previsioni di Allied Market Research, nel 2027 raggiungerà 32 miliardi di miliardi, con una crescita del 178%.

Che cosa si aspettano i clienti di una banca? Le trasformazioni digitali degli ultimi vent’anni – e soprattutto l’accelerazione impressa dall’esperienza del lockdown – stanno modificando in modo irreversibile non solo le abitudini e lo stile di vita dei consumatori, ma anche le esigenze creditizie e le aspettative dei piccoli risparmiatori.

Anche se la domanda di nuove soluzioni e servizi per la vita privata e professionale è sempre più forte in ogni settore economico, l’industria bancaria è senza dubbio tra le più colpite dall’accelerazione digitale: non solo la filiale di quartiere è in via di estinzione, ma è il concetto stesso di relazione creditizia tra banca e cliente ad aver subito i cambiamenti più profondi. Oggi, è la filiale digitale ad avere la centralità nelle esigenze di gestione del conto corrente e degli investimenti, ma è sempre la qualità dei prodotti e dei servizi offerti ai clienti a fare la differenza nella competizione bancaria.

Se nel 2019 il mercato dell’internet banking è stato valutato 11,43 miliardi di dollari, secondo le previsioni di Allied Market Research, nel 2027 raggiungerà 32 miliardi di miliardi, con una crescita del 178%. Dati confermati anche dal World Retail Banking Report 2020 dal quale è emerso infatti che le banche che hanno implementato piattaforme digitali ritengono la trasformazione digitale un passaggio fondamentale per essere competitivi nel lungo termine, incrementare l’utile operativo, individuare nuove fonti di valore e migliorare le efficienze operative.

Una trasformazione storica, quella del settore bancario, in cui il 75% dei risparmiatori preferisce l’internet banking alle filiali fisiche (in aumento rispetto al 49% registrato prima della pandemia), mentre il 55% predilige l’utilizzo delle app di mobile banking, rispetto al 47% riportato in precedenza.

E in Italia? Sul mercato italiano, i clienti delle banche sono ormai tra i più attivi in Europa su online e mobile banking: il 51% dei risparmiatori dichiara di aver intensificato negli ultimi due anni il proprio rapporto con la banca di riferimento sul canale online, mentre il 54% ha aumentato l’uso del mobile. I clienti delle banche, in Italia come all’estero, si sono insomma abituati a ricevere servizi rapidi, intuitivi e sempre disponibili, alla stregua di quelli oggi offerti dalle grandi piattaforme tech come Amazon, Netflix o Spotify.

Un chiaro messaggio per il settore finanziario che, per rimanere competitivo e soddisfare le aspettative dei clienti, dovrà modificare e incrementare modelli digitali con lo scopo di offrire una customer experience smart, efficiente e intuitiva. Un’esigenza sentita dai risparmiatori oggi più che mai, viste le incertezze sull’inflazione e soprattutto sui rischi e le opportunità di uno scenario monetario caratterizzato da tassi di interesse in progressivo rialzo.

In questo senso, ING è stata una first mover a livello internazionale e pioniera nel digital banking nel nostro Paese (è tra le prime ad averlo lanciato ormai 20 anni fa in Italia). La banca olandese si è poi evoluta nel tempo facendo leva sulle mutate esigenze dei risparmiatori, sempre più alla ricerca di soluzioni semplici e disponibili 24/7, diventando così una vera e propria banca mobile: pur offrendo infatti servizi via web e attraverso una presenza fisica mirata, in ING ben 6 clienti su 10 utilizzano i servizi prevalentemente via App. Pioniera del digital banking, ma anche pioniera di un prodotto che l’ha resa celebre negli anni e che ha avuto grande successo nel nostro Paese, il conto di deposito chiamato Conto Arancio. Proprio di recente, ING è stata la prima banca in Italia ad aver alzato i rendimenti sul conto di deposito: un’offerta che attualmente prevede il 3% per tre mesi e a seguire lo 0,5%, un tasso di interesse ben superiore a quello dei conti correnti. Per la banca si tratta di un impegno finanziario importante, ma a renderlo sostenibile sono innanzitutto i fondamentali del gruppo: ING ha un CET1 – l’indice della solidità patrimoniale – pari al 14,5%, uno tra i più alti in Europa.