> > Sanremo 2020, Paolo Jannacci sul padre: "Mi mancano le nostre risate"

Sanremo 2020, Paolo Jannacci sul padre: "Mi mancano le nostre risate"

Sanremo 2020

Paolo Jannacci, celebre figlio d'arte, a Sanremo 2020 dedica il suo brano alla figlia Allegra. Sul padre Enzo ha detto: "Mi mancano i momenti con lui"

Ai nostri microfoni Paolo Jannacci, che per la prima volta arriva sul palco dell’Ariston, ha parlato della sua canzone sanremese “Voglio parlarti adesso”, un brano che con delicatezza ed estrema dolcezza parla del rapporto tra padre e figlia. È una dedica alla sua Allegra, un piccolo gioiello scritto nel 2014 ma rimasto nel cassetto per sei anni. Si è commosso ripensando al rapporto con il padre Enzo, grande professionista della chirurgia e artista poliedrico che ha reso grande la musica italiana. Ci ha svelato il look che sfoggerà a Sanremo 2020 e le aspettative in occasione dell’importante traguardo raggiunto.

Sanremo 2020, le dediche di Paolo Jannacci

“La canzone nasce nel 2014 dall’idea del mio produttore, che negli anni Ottanta e Novanta lo era anche di mio padre. Per lui questo brano sarebbe stato importante per la mia carriera. Ci siamo interrogati sul nostro ruolo di padre. È un bel brano, con tanta musica. Parole e musica sono molto collegate”: Paolo Jannacci ha spiegato così la sua canzone. Poi abbiamo ribaltato la domanda. C’è una frase che non ha mai detto a suo papà e che invece tanto avrebbe voluto dirgli?

“Gli ho detto tutto, però mi mancano i nostri momenti di risate, le nostre battute, il ridere e sorridere dei guai, come dice il grande Vasco. Il nostro modo di intendere e capire alcuni aspetti della vita non c’è più. Mi ritrovo da solo. A volte vorrei fare una battuta, girarmi e vederlo con me, ma non c’è più”. Tuttavia, ha aggiunto: “Il ricordo resta sempre vivissimo”.

Dal padre ha ereditato anche la passione per la medicina. Da piccolo, infatti, sarebbe voluto diventare medico. A tal proposito, ha dichiarato: “Per la gioia dei miei familiari sono un “bricoman”, faccio tutti i lavori di casa”. “Avevo una spinta anche emotiva verso la chirurgia”, ha aggiunto. Tuttavia, “non era l’anno giusto. Il papà mi ricordo che me lo sconsigliò. Avevo molto forte anche la passione per la musica, la quale poi prese il sopravvento”. Non mancano i punti in comune con il papà, che “inizialmente teneva le due cose in pari. Solo alla fine ha deciso di dedicarsi solo alla musica”. Per Paolo: “Sarebbe stato complesso, mio papà mi consigliò di aprirmi di più alle emozioni e alla musica”.

Stuzzicato dalla nostra curiosità ha svelato il suo look sanremese: “Sono andato da May Faber, ci sono splendidi vestiti su misura per uomo. Mi ha fatto dei capi bellissimi, vedrete”.

I nuovi progetti

Ma a Sanremo 2020 quanto si fa sentire il peso della critica: “In quanto musicista sono un giullare, un saltimbanco. Mio papà lo diceva sempre. Sono quindi sempre soggetto a critiche. Se uno mi dice delle parolacce forti mi dispiace”. Quindi ha precisato: “Fortunatamente non succede mai. Si tratta solo di critiche costruttive, sulla cui base cerco di dar vita a qualcosa di positivo”.

Sui suoi progetti post Sanremo 2020 ha commentato: “Vorrei suonare dal vivo, perché è la cosa più bella e che più mi piace fare, che più mi dà entusiasmo”. Per lui è speciale anche la relazione con il pubblico”. Poi ha ironizzato: “Per la gioia del mio discografico, mi piacerebbe anche vendere 2/3 milioni di copie.