> > Lite tra Berlusconi e La Russa in Senato: insulti e penna sbattuta sul tavolo

Lite tra Berlusconi e La Russa in Senato: insulti e penna sbattuta sul tavolo

Il momento del "presunto "vaffa" del Cav a La Russa

Quella parola che assomigliava tanto ad un "vaffa" e la lite tra Silvio Berlusconi ed Ignazio La Russa in Senato: insulti e penna sbattuta sul tavolo

Dal momento altissimo del discorso di Liliana Segre alla quasi lite tra Silvio Berlusconi ed Ignazio La Russa in Senato con insulti e penna sbattuta sul tavolo: Palazzo Madama è un po’ così, luogo di croce e delizia di cose etiche ed alte. Nell’emiciclo della Camera “anziana” del Parlamento è andato in scena, e in onda su tutti i social e media, il siparietto di pessimo gusto con il Cav che pare proprio che mandi a quel paese il presidente del Senato che gli si era avvicinato forse per chiedergli conto dell’astensione alla chiama.

Lite tra Berlusconi e La Russa

Insomma, un breve ma significativo alterco tra Ignazio La Russa e Silvio Berlusconi e proprio nei momenti cruciali in cui si stava votando alla prima chiama. Il dato è noto: il leader di Forza Italia non ha risposto al voto. A quel punto Ignazio La Russa si avvicina e dice qualcosa a Berlusconi. Il Cav risponde con una visibilissima dose di stizza, poi sbatte la penna sul tavolo dello scranno e mormora qualcosa che assomiglia molto ad un “vaffa” di grillina memoria.

L’ombra del caso Ronzulli nell’emiciclo

Tutto questo mentre La Russa si allontana contrariato. Il contesto è noto: l’impuntatura di Giorgia Meloni sul no alla fedelissima di Berlusconi Licia Ronzulli ha guastato i rapporti con il Cav e i franchi tiratori azzurri si sono scatenati, non per impedire a La Russa si essere eletto presidente dato che i numeri sono comunque con lui, ma per mandare un segnale. Poco dopo Berlusconi ha pubblicato un post social dai toni pacificanti: “Sono lieto per l’elezione di Ignazio La Russa a presidente del Senato della Repubblica. Non solo non ho mai avuto alcuno scontro con lui, ma stiamo collaborando lealmente e in pieno accordo per dare al nostro Paese un assetto istituzionale stabile e un governo forte e coeso”. E in chiosa non un “vaffa” ma un “congratulazioni, Presidente!”.