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Maroni rinuncia alla candidatura: ex sindaco Varese in pole

Maroni rinuncia

Il presidente della Regione Lombardia ha deciso di non candidarsi per motivi familiari.

L’attuale governatore della Regione Lombardia, Roberto Maroni, annuncerà ufficialmente in tarda mattinata di non correre per un secondo mandato. Attilio Fontana, presidente del consiglio regionale lombardo fino al 2005, sembra il più probabile candidato del centro-destra alle prossime elezioni del 4 Marzo. La notizia è giunta attraverso il comunicato al termine del vertice di Arcore tra Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Proprio il segretario della Lega, è rimasto piuttosto indispettito dalla scelta di Roberto Maroni.

Maroni rinuncia alla Lombardia

L’ex ministro dell’Interno ha deciso di non candidarsi per ottenere un secondo mandato per il Pirellone. Si profila a questo punto, dato che si è dichiarato “a disposizione della politica e del partito”, un ruolo di primo piano per lui nel governo di centro-destra che potrebbe uscire dalle urne. Maroni, dopo essere stato più volte ministro nei governi Berlusconi, nel marzo 2013 vinse il confronto per la presidenza della Regione contro l’avvocato Umberto Ambrosoli. A quanto pare, l’attuale governatore della Lombardia, sembra abbia preso questa decisione già dopo il responso ottenuto dal voto del 22 ottobre scorso. Difatti, dal referendum che ha avviato la trattativa con il governo Gentiloni per ampliare i poteri della Regione Lombardia e della Regione Veneto, Maroni né è uscito ridimensionato. Dal canto suo, Forza Italia pare aver provato a candidare la bresciana Maria Stella Gelmini, già ministro dell’istruzione. Intanto Matteo Renzi, segretario del Partito Democratico, con un tweet spinge il candidato del Partito Democratico alla presidenza della Regione Giorgio Gori. Il sindaco di Bergamo, non è però per il momento sostenuto dall’altra formazione di centro-sinistra Liberi e Uguali di Pietro Grasso.

Maroni, potrebbe essere inoltre un papabile candidato alla Presidenza del Consiglio nel caso la coalizione di centro-destra vincesse le prossime elezioni politiche. Il governatore della Lombardia, infatti, è ben voluto da Forza Italia e grazie al ruolo di “colomba” potrebbe essere un nome ampiamente condiviso dalla coalizione.

L’ombra del processo

Indagine Expo 2015. Un retroscena dipinge il quadro meno limpido. Infatti, dietro la scelta di Maroni di “cambiare lavoro”, si potrebbe nascondere il desiderio di ripararsi dagli effetti retroattivi della Legge Severino. Infatti, il 3 giugno 2015, l’ex segretario federale della Lega Nord, ha ricevuto l’avviso di garanzia di chiusura delle indagini preliminari riguardo all’indagine Expo, a cui seguirà un processo. Il governatore è stato accusato per “induzione indebita a dare o promettere utilità per presunte irregolarità” riguardo due contratti di collaborazione sui progetti relativi alla Esposizione Universale svoltasi a Milano nel 2015. Grazie all’immunità parlamentare, Maroni potrebbe dunque ripararsi da questa inchiesta giudiziaria. Maroni si è comunque dichiarato, in relazione al procedimento, “assolutamente fiducioso”.

Il successore

Attilio Fontana, in pole per la successione, è stato inoltre presidente ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) Lombardia. Un ruolo che lo ha già portato ad avere un quadro d’insieme della Regione. Fontana pare il favorito poiché, un altro nome eccellente nel mondo leghista, Giancarlo Giorgetti, nel marzo 2013 è stato nominato dal Quirinale membro del gruppo di lavoro per le proposte programmatiche in materia economica e sociale. Un ruolo prestigioso che necessita una prosecuzione nella capitale, magari come Sottogretario all’Economia.