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Migranti, 10 anni fa il più grave naufragio a Lampedusa: il racconto

Il più grave naufragio a Lampedusa: sono passati 10 anni

Il 3 ottobre 2013 un peschereccio si ribaltò a meno di mezzo miglio dalle coste di Cala Croce.

Il 3 ottobre 2013, ben 10 anni fa, si è verificato uno dei più gravi naufragi nel Mediterraneo. Al largo di Lampedusa un peschereccio carico di migranti si è rovesciato, causando 368 vittime.

Migranti, 10 anni fa il più grave naufragio a Lampedusa: il racconto

Il 3 ottobre 2013 si è verificato uno dei più gravi naufragi nel Mediterraneo. Al largo di Lampedusa un peschereccio carico di migranti si è rovesciato, causando 368 morti accertati, di cui 360 eritrei, oltre a circa 20 dispersi. I superstiti furono 155, tra cui 41 minori. Da quel giorno il 3 ottobre è diventato la Giornata della Memoria e dell’Accoglienza. Erano le 5 del mattino quando il peschereccio lungo una ventina di metri si è fermato a meno di mezzo miglio dalla costa di Cala Croce. Era partito due giorni prima dalla Libia. Quando la costa è visibile i motori si sono fermati e qualcuno di quelli che erano alla guida ha deciso di dare fuoco a delle coperte per essere più visibili, visto che era presente un guasto. Le fiamme, però, si propagarono sul ponte, dove erano presenti almeno 300 persone. Molte di loro erano nella stiva e non si sono accorte di nulla.

I migranti hanno iniziato a gettarsi in acqua e a spostarsi tutti insieme sul lato opposto a quello delle fiamme, facendo piegare il barcone. In pochi istanti il peschereccio si immerge e tocca il fondale, 45 metri più in basso. Le persone nella stiva non hanno avuto neanche la possibilità di muoversi e provare a scappare. Centinaia di litri di carburante sono finiti in mare e hanno intossicato molti dei naufraghi che tentavano di scappare. Le operazioni di recupero delle vittime durarono più di una settimana, coinvolgendo sommozzatori e sub.

Migranti, 10 anni fa il più grave naufragio a Lampedusa: polemiche e condanne

Dopo la tragedia, in Italia venne proclamato lutto nazionale e annunciati i funerali di Stato che, però, non sono mai stati celebrati. Sono state criticate le leggi in materia di immigrazione, come la Turco-Napolitano, il decreto Maroni e la legge Bossi-Fini, sulla base della quale i sopravvissuti vengono indagati per il reato di immigrazione clandestina. Il presidente del Consiglio Enrico Letta era stato duramente contestato mentre era in visita a Lampedusa con il presidente della Commissione europea Josè Manuel Barroso. Pochi giorni dopo il naufragio un tunisino, Khaled Bensalem, è stato fermato e accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, naufragio e omicidio volontario plurimo e in seguito è stato condannato a 18 anni di reclusione. Senza dolo e con il rito abbreviato, la pena si è ridotta.

Nel 2017 è arrivata la conferma della Cassazione della condanna a 30 anni per Muhidin Elmi Mouhamud, trafficante somalo riconosciuto da alcuni sopravvissuti come membro dell’organizzazione armata che ha sequestrato 130 eritrei facendoli imbarcare. A suo carico anche l’accusa di violenza sessuale nei confronti di 20 donne. Nello stesso anno sono state indagate sette persone per non aver prestato soccorso all’imbarcazione.