Il basket internazionale è in lutto: è morto a 70 anni Michael Ray “Sugar” Richardson, leggenda della NBA e simbolo della Virtus Bologna. L’ex fuoriclasse americano era malato da tempo e la sua scomparsa lascia un profondo vuoto nel mondo della pallacanestro.
Michael Ray “Sugar” Richardson: una carriera tra talento e cadute
Nato a Lubbock, in Texas, e cresciuto a Denver, Michael Ray Richardson fu scelto al quarto posto nel Draft NBA del 1978 dai New York Knicks, due posizioni prima di Larry Bird.
Dotato di una visione di gioco straordinaria e di un carisma fuori dal comune, divenne presto uno dei playmaker più amati della lega. Dopo le esperienze con Golden State Warriors e New Jersey Nets, la sua carriera negli Stati Uniti fu però compromessa da ripetuti casi di positività alla cocaina, che portarono alla radiazione definitiva nel 1986.
Nonostante quella brusca interruzione, Richardson trovò una nuova rinascita sportiva in Europa, dove seppe riconquistare pubblico e critica con il suo talento puro e la sua voglia di riscatto.
Il mondo dello sport è in lutto: “Sugar” è morto dopo una lunga malattia
Nel 1988 arrivò alla Virtus Bologna, diventando uno dei protagonisti più amati della storia del club. Con la maglia bianconera vinse due Coppe Italia e una Coppa delle Coppe, regalando al pubblico bolognese giocate spettacolari e un entusiasmo che ancora oggi molti ricordano con affetto. Dopo l’esperienza sotto le Due Torri, proseguì la carriera tra Livorno, Forlì, Antibes e Spalato, chiudendo poi in Francia a metà degli anni Novanta.
Il legame con l’Italia è proseguito grazie al figlio Amir, oggi centrocampista della Fiorentina e della nazionale marocchina, giovane promessa che porta avanti il nome del padre con talento e dedizione.
La morte di “Sugar” Richardson lascia un grande vuoto nel mondo del basket, ma anche l’eredità di un uomo che, tra luci e ombre, ha saputo emozionare generazioni di appassionati.