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Morto Gianni Salerno, ex sindacalista Cisl in un incidente sulla A21

Morto Gianni Salerno

Gianni Salerno, ex sindacalista Cisl, muore in un incidente sull'A21. Mentre tornava da lavoro, si è scontrato con un tir.

Gianni Salerno è morto in un brutto incidente stradale sull’A21, a Stradella, tra Broni e Castelsangiovanni. In quel momento stava tornando da Cairo Montenotte, in provincia di Savona, luogo in cui si trovava la società presso cui lavorava. Nonostante l’intervento tempestivo dei vigili del fuoco di Pavia, non è stato possibile fare niente per salvarlo.

Morto Gianni Salerno, ex sindacalista Cisl in un incidente sulla A21: la sua storia

La scomparsa di Salerno ha generato grande sgomento nelle ultime ore. Era sposato, con due figli, ed era noto anche per essere stato – in passato – uno sportivo, aveva giocato nei Lyons, la squadra dove adesso milita suo figlio Matteo. Successivamente, subentrò il periodo come ex sindacalista della Cisl, verso la fine degli anni ’80.

Il primo incarico che gli fu affidato lo rese delegato del settore edile, successivamente sostituto dalla Fim-Cisl, settore dei metalmeccanici. Dal 2005 al 2009 diventa poi segretario generale della Cisl di Piacenza e termina la sua esperienza, reduce di alcune conseguenze di carattere giudiziario. Ottiene la sospensione della pena, nei controlli dell’Ispettorato del lavoro nelle aziende, e viene assolto con formula piena dall’accusa di utilizzo improprio di fondi appartenenti al sindacato. 

Il lavoro presso la Sitav 

Quando Salerno riprede a lavorare, prima per Mazzoni e infine per la Sitav, strinse amicizia con l’amministratore delegato Guido Ghigli. Le sue parole commosse sono state: “Lo ricordo dal 2008, quando il nostro stabilimento piacentino è stato aperto. Da quel momento è nata un’amicizia che si è trasformata in piena fiducia. Oggi Gianni curava il personale e lavorava anche ad alcuni progetti strategici in maniera trasversale. Era solare e con un grande senso dell’umorismo. Lo prendevo in giro perchè era anche un po’ filosofo. Gli dicevo che doveva restare più legato alla realtà”.