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Gay Cecenia, rilasciato l'attivista italiano

Mosca: Attivista contro il trattamento dei gay in Cecenia fermato dalla polizia

Yuri Guaiana, attivista di Cantù, fermato dalla polizia russa. Si recava alla procura generale con una petizione riguardo il trattamento dei gay in Cecenia

E’ stato rilasciato Yuri Guaiana, l’attivista italiano arrestato a Mosca per una manifestazione Gay Cecenia non autorizzata. Ad annunciarlo è stato il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, aggiungendo che il giovane, assistito dal Consolato, è stato accompagnato in aeroporto. In precedenza Guaiana aveva dichiarato di trovarsi in “detenzione amministrativa” nella capitale russa assieme ad altre quattro persone.

Nella mattinata di oggi, era stato messo in stato di fermo Yuri Guaiana, attivista trentaquattrenne di Cantù. Il giovane è stato fermato dalla polizia russa insieme ad altri quattro attivisti. Il gruppo si stava recando presso la procura generale per consegnare una raccolta di firme riguardo la situazione del trattamento dei gay in Cecenia.

L’obbiettivo dei cinque era quello di condurre le firme raccolte digitalmente presso la procura generale, perché si potesse aprire un indagine sulle condizioni dei gay in Cecenia. La notizia trapela da Open Russia. Insieme a Yuri Guaiana erano stati fermati Alexandra Aleksieva, Marina Dedales, Nikita Safronov e Valentina Dekhtiarenko, tutti di nazionalità russa.

Una volta appresa la notizia dell’arresto, Benedetto Della Vedova, sottosegretario agli esteri, ha fatto sapere tramite un tweet che il consolato italiano in Russia era già al lavoro per risolvere la situazione. Dure le parole del ministro della giustizia, Andrea Orlando, che denunciava un arretramento sui diritti civili: “le notizie dalla Cecenia e quello che è successo in Russia desta preoccupazione. Forme di democrazia autoritaria sono forze di riferimento a forze politiche che agiscono nel nostro continente e nel nostro Paese”. Ad alzare la voce è anche il partito radicale, che sprona l’Unione Europea affinché intervenga nei confronti della Russia.

L’associazione “Certi diritti”, ha rilasciato una notizia riguardo le parole che Yuri Guaiana avrebbe pronunciato prima di essere posto in stato di fermo: “Siamo qui per consegnare più di 2 milioni di firme al procuratore generale”. Nelle parole del trentaquattrenne, la volontà di portare aiuto alla popolazione cecena che chiede un inchiesta riguardo la situazione degli omosessuali.

Nella discussione è intervenuto anche Sebastiano Secci, portavoce del Roma Pride 2017, che ha chiesto un immediato intervento delle istituzioni italiane in supporto dell’attivista. La Farnesina aveva comunque fatto sapere che le condizioni di Yuri erano buone e che il consolato stava lavorando per tenere sotto controllo la situazione.