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Russiagate: mandato di comparizione per Flynn, rifiutatosi di collaborare all'inchiesta

Mandato di comparizione

Per il Russiagate la commissione intelligence del Senato USA ha emesso un mandato di comparizione per Michael Flynn, l’ ex consigliere alla sicurezza nazionale di Donald Trump.

Indagini in corso

Nell’ambito delle indagini sul Russiagate la commissione intelligence del Senato americano ha emesso un mandato di comparizione nei confronti dell’ex consigliere alla sicurezza nazionale del presidente Donald Trump, Michael Flynn. Ciò avviene dopo che questi si era rifiutato di collaborare nell’inchiesta: lo scopo del mandato è di spingerlo fargli consegnare alcuni documenti che rivelano suoi contatti con l’ambasciatore russo a Washington, Sergey Kyslyak, con il quale, contrariamente a quanto aveva dichiarato al vicepresidente Mike Pense, aveva discusso delle sanzioni americane contro Mosca. Di recente Flynn si era detto disponibile a collaborare nelle indagini con la magistratura, ma solo in cambio dell’ottenimento dell’immunità – di un “procedimento equo” in un “tale ambiente politicizzato, da caccia alle streghe da parte dei media e dei democratici di proporzioni storiche”, aveva detto il legale dell’ex consigliere, avvocato Robert Kelner -. Eppure nei mesi scorsi l’ex consigliere di Trump aveva dichiarato che, se viene concessa l’immunità, significa che l’azione illegale c’è stata – commentando il fatto che l’avesse ottenuta un collaboratore di Hillary Clinton in cambio della propria testimonianza sul Mailgate –

L’invito per Flynn da parte della Commissione intelligence del Senato americano a comparire davanti al giudice, è la mossa successiva al licenziamento del direttore dell’Fbi James Comey, che indagava proprio su un eventuale coinvolgimento della Russia sull’esito delle elezioni americane che hanno portato alla Casa Bianca Trump – al posto della Clinton che aveva cattivi rapporti con il governo di Vladimir Putin -.

Licenziato

Altri possibili licenziamenti e sostituzioni

Dopo quello di Comey, si profilano altri licenziamenti per il Russiagate: il prossimo a perdere il posto o comunque ad andare incontro ad un declassamento, potrebbe essere il portavoce presidenziale Sean Spicer. Infatti, secondo la Cnn, il presidente americano ritiene che egli non lo stia difendendo a dovere dalle accuse di essere stato eletto grazie all’intervento russo. Trump starebbe pensando di sostituire Spicer con la propria vice Sarah Huckabee Sanders, figlia di Mike Huckabee, ex candidato repubblicano alle presidenziali USA nel 2015 ed ex governatore dell’Arkansas.

Già al lavoro

La Huckabee Sanders sta già tenendo da qualche giorno i contatti con la stampa al posto di Sean Spicer, il quale attualmente si trova al Pentagono come riservista della Marina militare. Quest’ultimo potrebbe essere sostituito per aver compiuto diverse gaffes con i giornalisti, mentre difendeva Donald Trump, e si sarebbe mostrato troppo duro, mentre Sarah Huckabee Sanders avrebbe parlato con i cronisti in modo deciso ma pacato e convincente, tanto da far decidere a Trump di puntare su di lei.