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Nazionalizzare le aziende che chiudono in Russia per le sanzioni: il piano di Putin

Vladimir Putin

La proposta politica che Andrei Turchak vorrebbe vedere legge: nazionalizzare le aziende che chiudono in Russia come conseguenza delle sanzioni

Sarebbe pronto a scattare un piano preciso di Vladimir Putin per rispondere alle sanzioni occidentali: nazionalizzare le aziende che chiudono in Russia. La proposta è arrivata in queste ore da Andrei Turchak, segretario del partito del presidente, “Russia Unita”, che asupica un provvedimento formale. Ha detto il segretario: “Russia Unita propone la nazionalizzazione degli impianti manifatturieri delle compagnie che hanno annunciato di lasciare e chiudere le proprie fabbriche in Russia in occasione dell’operazione speciale in Ucraina”. 

Turchak: “Nazionalizzare le aziende che chiudono in Russia”

E ancora: “Simili azioni delle compagnie occidentali non sono altro che bancarotta fraudolenta. Si tratta in ogni caso di una decisione meramente politica il cui prezzo è che un gran numero di lavoratori russi sono stati licenziati dalla sera alla mattina”. Poi Turchak spiega: “Senza contare che agendo in questo modo, queste compagnie danneggiano la loro stessa economia, dandosi la zappa sui piedi. L’Occidente ha cominciato la guerra delle sanzioni contro la Russia, cui si sono aggiunti non solo i governi ma anche le compagnie private. Alcune di queste annunciano di uscire dagli affari in Russia e chiudono le loro fabbriche. Le finlandesi Valio e Paulig sono state le ultime ad annunciarlo e ieri Fazer ha fatto lo stesso”. 

“Non tolleriamo le pugnalate alla schiena”

La chiosa di Turchak è truce: “Si tratta di una misura estrema, ma non tolleriamo le pugnalate nella schiena e proteggeremo la nostra gente”. In termini di controsanzioni Mosca per la prima volta ha ventilato la possibilità che vengano “chiusi i rubinetti del gas” all’Europa con un aumento del prezzo del petrolio, che potrebbe salire a 300 dollari al barile me potrebbe anche essere “embargato” da Usa e Ue.