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Neve carbonica, cos'è e come si usa

Neve carbonica, cos'è e come si usa

La neve carbonica è molto diffusa e ha tanti utilizzi. Scopriamo di più.

In molti possono aver sentito parlare di questa sostanza, magari in ambito medico e farmacologico, ma anche per gli effetti speciali nel cinema. Alcuni la confondono con l’ossido acido avente formula CO2, con la quale condivide una parte del nome. Ma tra anidride carbonica e neve carbonica c’è comunque un legame, e anche molto forte.

Cos’è la neve carbonica

La neve carbonica non è altro che ghiaccio secco, ed è nota più comunemente con questo nome. Si ottiene quando l’anidride carbonica raggiunge lo stato solido, e per raggiungerlo deve arrivare a -78 gradi centrigradi. Viene chiamato “secco” perché in condizioni di pressione standard l’anidride carbonica va dallo stato solido a quello gassoso senza passare per quello liquido, come in genere avviene ad esempio per l’acqua. Ma sembra difficile scendere fino ai 78 gradi sotto zero: nei laboratori si utilizzano solitamente delle scatole appositamente costruite, chiamate comunemente “dry-ice box“, che si collegano a una bombola di anidride carbonica. Il cambiamento di stato avviene quando la CO2 viene portata a una pressione di 200 bar. Quindi viene trasportata per mezzo di bombole. All’interno della dry-ice box si ottiene il passaggio dallo stato liquido a quello solito, ossia alla neve carbonica.

Come si usa la neve carbonica

Il ghiaccio secco viene utilizzato in ambito medico per la crioterapia, o terapia del freddo. Questa cura è molto utile per il trattamento di malattie cutanee grazie all’effetto analgesico e antiinfiammatorio che si produce a contatto con la pelle. Sempre in ambito medico il ghiaccio secco è usato per la cura dell’alopecia areata, patologia che si manifesta con un vistoso diradamento dei capelli, grazie all’azione di raffreddamento della zona colpita, che porta a un temporaneo ristagno del sangue: questo facilita l’assunzione delle sostanze nutritive da parte del capello. Ma il ghiaccio secco è usato anche al di fuori dell’ambito medico, e ad esempio negli esperimenti di fisica o durante gli spettacolo. Nella prima disciplina si usa infatti per annullare l’attrito tra un disco, dotato di una base metallica liscia, e il suo piano di appoggio, per compiere misurazioni varie. Nello spettacolo, invece, è ampiamente utilizzato per produrre un vapore inodore e non fastidioso, simile al fumo, che sia da supporto a un numero di magia piuttosto che a una pista da ballo in discoteca. Anche la pioggia artificiale viene prodotta sfruttano la neve carbonica, lanciandola dentro a nubi sovraraffreddate, in modo da produrre cristalli di ghiaccio.