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Nicolas Sarkozy rischia fino a 10 anni di carcere

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Nicolas Sarkozy, ex premier francese, è indagato per le tangenti libiche. Lui continua a difendersi affermando che le accuse sono calunnie

Nicolas Sarkozy, se dovesse venir condannato per il caso delle tangenti libiche, richia fino a 10 anni di carcere. L’ex premier francese è iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di corruzione passiva, finanziamento illecito di campagna elettorale e occultamento di fondi libici. Nicolas Sarkozy è sottoposto a controllo giudiziario, una forma non molto dissimile dagli arresti domiciliari. Gli è stato vietato, da ieri, di recarsi Egitto, Tunisia, Sud Africa e Libia. L’ex premier, però, continua a difendersi a spada tratta, affermando che si tratta di calunnie.

Nicolas Sarkozy carcere

Si aprono brutti scenari per Nicolas Sarkozy. L’ex premier francese, indagato per le tangenti libiche, potrebbe venir condannato ad un massimo di 10 anni di carcere. Adesso, Nicolas Sarkozy è indagato per corruzione passiva, finanziamento illecito di campagna elettorale e occultamento di fondi libici. L’ex premier, fuori dalla politica dal 2016, è sottoposto al controllo giudiziario. Si tratta di una misura cautelare abbastanza simile alla libertà vigilata. Inoltre, gli è stato proibito di recarsi Egitto, Tunisia, Sudafrica e Libia. Il giudice deve essere informato dallo stesso Nicolas Sarkozy sui suoi movimenti. L’ex presidente francese ha al divieto di contattare o incontrare soggetti come il suo ex braccio destro Claude Guéant e Brice Hortefeux, anche lui vicinissimo all’ex premier francese. Entrambe queste persone sono coinvolte nel caso.

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Difesa Sarkozy

Nicolas Sarkozy ha sempre, fin dal primo momento, respinto le accuse, definendole calunnie. Aveva affermato che è tutta una bugia, e che non ci sono prove concrete. Ieri sera, sulla televisione francese TF1, ha affermato di non aver mai tradito la fiducia dei francesi. Ha dichiarato: “I fatti di cui sono sospettato sono seri, ne sono consapevole. Ma se continuo a proclamarlo con la massima costanza e la più grande energia è evidente che si tratta di una manipolazione del dittatore Gheddafi o della sua cerchia di fedelissimi”. Poi ha continuato: “Vivo l’inferno della calunnia in assenza di prove materiali, per questo chiedo ai magistrati di misurare la profondità, la gravità, la violenza dell’ingiustizia che mi viene fatta”. Nicolas Sarkozy, in televisione, ha negato anche gli incontri con l’uomo d’affari libico Ziad Takieddine. L’ex premier lo ha definito come un individuo sospetto e dal passato oscuro.

Tuttavia, ci sono, appunto, anche conferme. Per esempio le dichiarazioni fatte in tv da Ziad Takieddine, ossia l’uomo d’affari che fece da intermediario tra Tripoli e Parigi. A lui, si aggiunge il cugino di Gheddafi che ha parlato due giorni fa a Rainews. Lui ha confermato l’impianto delle altre testimonianze. Se tutto fosse vero, questa incriminazione per tangenti sarebbe una catastrofe sotto tutti i punti di vista. L’indagine fa intendere che l’operazione della Francia avvenuta nel 2011 in Libia fosse improntata a seppellire scomode verità. La figura, a livello internazionale, sarebbe pessima, anzi di più. E il partito, esclusi i fedelissimi di Nicolas Sarkozy, ha già iniziato a prendere qualche distanza.