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Nuova Zelanda, camionisti no vax circondano il Parlamento a Wellington

Camion

I no vax in Nuova Zelanda protestano all'estero del parlamento e chiedono di eliminare l'obbligo vaccinale. Il governo non risponde.

Il movimento Freedom Convoy canadese, sta ispirando i camionisti anche in altre parti del mondo. Questa volta è il turno della Nuova Zelanda, dove camionisti no vax hanno protestato all’esterno del parlamento contro le misure anti Covid.

I no vax in Nuova Zelanda protestano contro l’obbligo vaccinale

A Wellington, capitale neozelandese, le strade sono bloccate e questo crea un grosso disagio alla viabilità e ai cittadini. Le motivazioni che fanno scattare la protesta sono sempre le stesse: le restrizioni anti Covid e l’obbligo vaccinale. Come in Canada, anche in Nuova Zelanda è obbligatorio il vaccino per i lavoratori nel settore della salute, le forze dell’ordine, l’istruzione e la difesa. Nonostante ciò, i camionisti no vax hanno deciso di unirsi al movimento con i loro mezzi sostenendo che il governo ha rubato la libertà ai cittadini. Oltre 1.000 persone hanno preso parte alle proteste.

Il primo ministro è sereno e non dialoga con i manifestanti

Fortunatamente, la protesta si è svolta in maniera pacifica e non vi è violenza. Ciò nonostante, il Primo Ministro neozelandese non vuole parlare con i manifestanti nè dare loro troppa attenzione, sostenendo che in Nuova Zelanda il 96% della popolazione è vaccinata ed è grazie a loro che il virus ha circolato in maniera minore e si sono allentate le restrizioni. Dunque, per il governo questi manifestanti non costituiscono un vero e proprio problema.

Il movente delle proteste spiegato dal portavoce dei manifestanti

Dall’altra parte, come si apprende da RaiNews, c’è invece la risposta di coloro che protestano. Il portavoce Stu Main ha dichiarato alla stampa che alcuni dei manifestanti non sono no vax, anzi, come lui sono anche vaccinati. Il motivo per cui protestano è relativo solo all’obbligo vaccinale, in quanto lo Stato, secondo i manifestanti, non può costringere a vaccinarsi persone che non vogliono, impedendo loro di prendere parte alla vita sociale del Paese.