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Un vero e proprio paradosso quello sul green pass in diversi ristoranti e locali. In alcuni casi i tavoli esterni sono assegnati a chi non li ha. Chi ne è in possesso, invece, mangia dentro. Intanto, la pandemia da coronavirus prosegue: lo scorso 21 agosto risultano 7.470 i nuovi contagi e quarantacinque morti. Tornando all’argomento principale di questo articolo, Salvatore Bongiovanni, presidente del Movimento imprese ospitalità della Lombardia, ha reso nota una querelle che si sta verificando dal 6 agosto, tra ristoratori e clienti vaccinati, con tanto di “ultimatum”: “Se fate mangiare fuori i non vaccinati non vengo più in questo locale”.
Paradosso green pass: in cosa consiste
Il paradosso del green pass è molto semplice: in pratica, chi ne è provvisto, spesso è costretto a mangiare all’interno di un ristorante. Mentre chi non ce l’ha può godersi il pranzo o la cena nello spazio all’aperto. Questo status quo suona a molti come una vera e propria discrminazione. Una necessità per i gestori dei locali. Uno di loro ha fatto sapere al Corriere della sera: “Mettetevi nei nostri panni: se facciamo accomodare all’aperto un cliente con il pass rischiamo di perdere l’incasso dei coperti al chiuso”.
Parecchi sono delusi da questo modo di fare. Rabbia, lamentele, disappunto sui social. Uno dei tanti clienti vaccinati scrive: “In un ristorante ho chiesto se c’era posto per due. Ha il green pass? Allora deve andare dentro”. Un utente di nome Angelo, sdegnato, fa sapere: “In quella pizzeria non ci vado più. Mi hanno costretto a magiare dentro, vicino al forno. Ti vaccini, compi il tuo dovere etico e ti discriminano”. Discriminazione, beh, forse un parolone in questi casi, dato che le vere discriminazioni sono altre, socialmente parlando. Però molte persone sono egualmente perplesse. Uno si chiede: “Per sedermi fuori mi conviene mentire e dire che non sono vaccinato?”.
Il movimento “Io apro” conferma il paradosso green pass
Anche il leader del movimento “Io apro” Umberto Carriera conferma l’esistenza di questo paradosso: “Purtroppo anche io, nei miei ristoranti, ho dei tavoli fuori e li riservo a chi ha il green pass. Chi resta dentro storce il naso. Con la bella stagione vorrebbe mangiare fuori. I clienti italiani sono più comprensivi. Ma vallo a spiegare agli stranieri, “voi dovete stare dentro”. Vengono qui per il sole, per i tramonti”.