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Paralimpiadi: boom sui social network degli account degli atleti

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Roma, 24 set. (Labitalia) - Le Paralimpiadi di Tokyo 2020 hanno avuto una grande eco mediatica, merito dell'impegno e dei risultati ottenuti dal team azzurro. 69 medaglie conquistate in 11 discipline, tra cui i 100 metri femminile e la medaglia della campionessa Bebe Vio, la portabandiera dell&...

Roma, 24 set. (Labitalia) – Le Paralimpiadi di Tokyo 2020 hanno avuto una grande eco mediatica, merito dell'impegno e dei risultati ottenuti dal team azzurro. 69 medaglie conquistate in 11 discipline, tra cui i 100 metri femminile e la medaglia della campionessa Bebe Vio, la portabandiera dell'Italia. E le Paralimpiadi, per la prima volta, hanno portato in alto i numeri sui profili social degli atleti in gara. Secondo il Digital Paralympic Report, Bebe Vio avrebbe ottenuto oltre 109 mila seguaci in più e ottimi risultati anche per altri due campioni, Simone Barlaam e Francesco Bocciardo che sono cresciuti del 116%.

“Come sempre le cose più belle partono dallo sport e poi contaminano il resto del mondo – dichiara Gian Luca Comandini, esperto di comunicazione e innovazione-. Gli esports, abbreviazione di sport elettronico, hanno contagiato Asia e Stati Uniti e stanno avendo una forte crescita anche nel nostro paese. Infatti sono circa 6 milioni gli italiani che giocano ai videogames a livello competitivo all’interno di tornei e in ambito professionistico". E se fare sport significa anche socializzare e sentirsi inclusi, come testimonia l'attenzione verso le Paralimpiadi, l'esport facilita il gioco anche per le persone con disabilità che possono vivere la pratica sportiva virtuale, con più immediatezza e senza avere paura di subire il body shaming che a volte purtroppo ancora c’è negli spogliatoi, oltre a creare un legame molto stretto con il mondo dei social network.

“Twitch la fa da padrone -prosegue Comandini- ed è grazie ad esso se oggi c'è una maggiore conoscenza di questo universo che non è più considerato un passatempo, ma viene percepito come un vero e proprio sport, un ecosistema professionale in cui – economicamente parlando – c'è grande attenzione ai numeri che si traducono nella volontà del Comitato Olimpico di portarlo nelle competizioni olimpiche” aggiunge Comandini. “Quando questo accadrà, il passaggio sarà breve anche per le Paralimpiadi”. “Attraverso il connubio esports e social, specialmente con le nuove generazioni, possiamo supportare più facilmente le persone con disabilità”.

A testimonianza della relazione crescente tra sport elettronico e social, c'è l'esempio di Mces braccio italiano della multinazionale francese, azienda che coniuga il training di sport elettronico ad allenamenti periodici sul campo per bambini e adolescenti, supervisionati da sportivi professionisti, oltre che team italiano al primo posto su TikTok, il social i cui video hanno superato Youtube per visualizzazioni. Mces, grazie all'expertise e lungimiranza del Ceo Pierfrancesco Iazeolla esperto di business e marketing sportivo e del Coo Tommaso Maria Ricci, fondatore della Mundial Cup a Roma, ha allargato la formula all'incubazione e crescita di futuri talenti del web che sono seguiti nel loro percorso di formazione digitale.

“Uno dei nostri ragazzi, Filippo Lanfranchi del team Mces, già campione del mondo di eSailing nel 2019, si è qualificato nella finale olimpica di Virtual Regatta ed è tra i migliori 20 gamers -afferma Ricci- oggi le discipline sportive più importanti si praticano online, dal calcio al basket fino alla vela e grazie agli esports tutti possono essere sportivi e avvicinarsi alla pratica quotidiana. Lo sport elettronico garantisce inclusione e socialità anche ai giovani con disabilità, le barriere si possono e si devono abbattere come dimostrano le Paralimpiadi, a cui speriamo di poter partecipare un giorno”, aggiunge Ricci.

Mces, infatti, lavora sul territorio, aiutando società e associazioni sportive a formare il proprio reparto di esport attraverso le Academy che saranno aperte in tutta Italia, con l'obiettivo di portare lo sport elettronico sempre più vicino a quello tradizionale, di cui condivide i valori e l'etica. Mces, a Roma, ha curato anche la divisione esports della Romulea e del Vesta Calcio, noti club calcistici della Lega Dilettanti, dove i giocatori digitali oltre ad allenarsi su Playstation o computer, si sono esercitati con il preparatore atletico dei club e hanno seguito una sana alimentazione, il tutto in una visione secondo la quale sport e esport sono e saranno sempre più vicini.