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Patrick Zaki condannato a tre anni di carcere in Egitto

Patrick Zaki è stato condannato

Patrick Zaki condannato a tre anni di carcere in Egitto. Questa è la decisione dei giudici del Tribunale egiziano di Mansura.

Patrick Zaki è stato condannato a tre anni di carcere in Egitto. Questa è la decisione dei giudici del Tribunale egiziano di Mansura per il caso dello studente attivista per i diritti umani accusato di diffusione di notizie false per un articolo del 2019 su un attentato dell’Isis e due casi di discriminazione ai danni dei copti, i cristiani d’Egitto.

Patrick Zaki condannato a tre anni di carcere in Egitto

Patrick Zaki è stato condannato a tre anni di carcere in Egitto. Questa è la decisione dei giudici del Tribunale egiziano di Mansura per il caso dello studente dell’Università di Bologna e attivisti per i diritti umani accusato nel Paese nordafricano di diffusione di notizie false per un articolo scritto nel 2019 su un attentato dell’Isis e due casi di discriminazione ai danni dei copti, i cristiani d’Egitto. La decisione è arrivata al termine dell’undicesima udienza del processo che vedeva imputato lo studente.

Patrick Zaki condannato a tre anni: la vicenda

Una vicenda giudiziaria davvero lunghissima, con numerosi rinvii, che ha portato Patrick Zaki a subire anche il carcere prima della liberazione. Il caso giudiziario del 32enne era iniziato con il fermo del 7 febbraio 2020 e la formalizzazione dell’arresto il giorno dopo, e durava ormai da tre anni e mezzo, di cui quasi già uno passato in carcere. I tre giudici che si sono occupati del caso hanno più volte rinviato udienze e sentenze per cavilli burocratici, prolungano l’attesa. La sentenza diventerà inappellabile, come sottolineato dallo stesso Patrick subito dopo la precedente udienza dello scorso 9 maggio, ricordando che il giudice monocratico della Corte della Sicurezza dello Stato ha ricevuto tutte le carte del caso e non ci saranno altre possibilità di discussioni in Tribunale. Patrick Zaki ha atteso la sentenza da uomo libero ma sempre in Egitto, da dove non è potuto uscire. “Spero, come al solito, nella fine del processo che mi permetta di viaggiare normalmente” aveva scritto Patrick Zaki su Facebook prima dell’ingresso in tribunale.