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PD, Letta: "La scelta alle elezioni del 25 settembre è chiara: o noi o Meloni"

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Enrico Letta continua a seguire la linea della "proposta aperta" e lancia una sfida alle forze politiche.

La campagna elettorale è ormai ampiamente iniziata. Il PD di Enrico Letta, già al lavoro, continua a seguire la via della “proposta aperta”. Nel corso di una intervista a Repubblica, il segretario del partito ha lanciato una sfida chiara: “La scelta alle elezioni del 25 settembre è chiara: o noi o Meloni”, ha detto con tono fermo. Il dialogo con le varie forze politiche dunque è iniziato e Letta spiega a chi si rivolgerà: “Chi porta un valore aggiunto, chi si approccia con spirito costruttivo e chi non arriva con veti”.

PD, Letta lancia una sfida in vista delle prossime elezioni

Letta ha proseguito nella sua riflessione spiegando concretamente cosa farà il partito democratico nelle prossime settimane: “Trasformeremo le 400 feste dell’Unità previste in tutta Italia da qui al voto in luoghi di dibattito, ma anche di chiamata ai volontari. Ne metteremo insieme 100 mila e li guiderà Silvia Roggiani. Ad agosto saremo in tutte le città semideserte, nelle periferie, per parlare con chi in vacanza non è potuto andare. Porteremo la solidità delle relazioni umane e le nostre proposte. Come recitava l’ultima frase di Berlinguer, sarà una campagna casa per casa, strada per strada”.

“Calenda? il più consistente dal punto di vista dei numeri. Di Maio? Continueremo il dialogo”

Parlando già degli interlocutori con i quali potrebbe essere impostato un dialogo ha fatto il punto. Su Calenda ha affermato che “È il più consistente dal punto di vista dei numeri e ha svolto in Europa un lavoro interessante e in parte condiviso. Discuteremo con lui con spirito costruttivo”. Porta aperta anche al ministro della Salute Speranza e al ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Del primo ha affermato che spera possa candidarsi nella lista aperta, mentre sul secondo ha invece detto: “Con lui sicuramente continuerà il dialogo”.

Tra i vari nomi citati ce n’é uno invece con il quale il dialogo non inizierà ossia il capo politico del Movimento 5 Stelle Conte: “Il percorso comune si è interrotto il 20 luglio e non può riprendere, è stato un punto di non ritorno. Lo avevo avvertito che non votare la prima fiducia sarebbe stato lo sparo di Sarajevo”.