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Perde la vita in un incidente dopo due turni di notte. L'ultimo sms di Sara: "Sono stanca morta"

infermiera morta

Sara Viva Sorge, infermiera 26enne, è morta a causa di un incidente stradale mentre tornava a casa: era al secondo turno di notte consecutivo.

Sara Viva Sorge, infermiera 26enne, è morta a causa di un incidente stradale mentre tornava a casa: era al secondo turno di notte consecutivo.

Infermiera morta in un incidente

Sara Viva Sorge, infermiera di 26 anni, ha perso la vita in un incidente stradale mentre tornava a casa dopo il secondo turno di notte consecutivo. La ragazza lavorava presso il centro di riabilitazione Fondazione San Raffaele a Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi.

La ragazza aveva appena iniziato questa sua nuova esperienza lavorativa, ed era solamente al suo 20esimo giorno. Secondo quanto spiegato da un medico del centro, l’incidente sarebbe stato causato da un colpo di stanchezza a causa dei turni massacranti:

«Aveva fatto una settimana pesante, sono andato a controllare: mattina, pomeriggio, pomeriggio, notte e notte. Sì, era stata di turno per due notti di fila. Per noi vuol dire essere in servizio fino alle sei del mattino».

“Sono stanca morta”: l’ultimo messaggio di Sara

Le dinamiche dell’incidente sono chiare: sara deve aver perso conoscenza per qualche istante, complice la stanchezza, e si è schiantata contro un palo dell’illuminazione. Lo scontro purtoppo le è stato fatale.

«Ho finito ora, sono stanca morta»: questo l’ultimo messaggio della 26enne, inviato al suo fidanzato, prima del tragico sinistro.

L’appello dei sindacati contro i turni estenuanti

I Sindacati si sono mossi ancora una volta per denunciare l’ennesima morte collegata ad una situazione di lavoro sgradevole:

«Se Chiara si lamentava? Non lo so, non lo posso dire. Immagino sia difficile, se non hai ancora esperienza fai fatica a distinguere. Dovrebbero essere i responsabili a pensarci. Invece, e questo è davvero deludente, oggi tra i colleghi c’è anche chi si è lamentato perché tutta Italia ha saputo di queste criticità, l’atteggiamento era quasi infastidito. Non è solo la storia di Sara, è quello che sta accadendo in tutta Italia in questo momento. Qualcuno ha osservato, lei tacitamente aveva deciso che le due notti di fila potevano andare bene, non si è rifiutata. Ma non stava a lei decidere se i carichi di lavoro sono eccessivi».