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Di Maio contro Fabio Fazio: "Rai intervenga sui cachet"

Fabio Fazio Luigi Di Maio

Luigi Di Maio ammette che esiste un caso Fazio e auspica che in Rai si ricostituisca "un clima di buon senso sulle retribuzioni".

“Certo che c’è un caso Fazio in Rai e spero che l’azienda avvii presto un’azione sul tema delle retribuzioni e delle società di produzione esterne” dichiara il vicepremier Luigi Di Maio davanti alla Commissione di Vigilanza Rai. Fabio Fazio, il cui programma “Che tempo che fa” è stato spostato la scorsa stagione da Rai 3 a Rai 1, ha infatti un cachet milionario che sfora di gran lunga il tetto dei 240mila euro stabilito per chi lavora nella Pubblica amministrazione.

Rai e pubblicità

Il 12 settembre 2017 il conduttore aveva ammesso, in un’intervista al Corriere.it, che percepiva “due milioni e 240 mila euro l’anno, per quattro anni. Il totale fa 8 milioni e 960.000“. “Questo tema fa parte delle sensibilità che abbiamo trasmesso ai nuovi amministratori Rai. – assicura il leader del M5S – Speriamo che prima possibile si possa ricostituire un clima di buon senso sulle retribuzioni“. Da parte sua Fazio ha sempre assicurato che “il programma è pressoché interamente ripagato dalla pubblicità“.

Luigi Di Maio ha risposto poi ad alcune domande in merito al ruolo del servizio pubblico. “Dispiace anche a me che in Rai ci sia solo una prima serata d’informazione ma le precedenti gestioni della Rai hanno regalato alla concorrenza Giletti, Floris, Gabanelli, Porro” ha sottolineato. In merito alle nomine, il vicepremier ha chiarito invece: “Le risposte sulle iniziative editoriali della Rai non riguardano il ministro ma gli amministratori della Rai, che sicuramente hanno un mandato da Parlamento e governo ma agiscono in autonomia. Gli amministratori della Rai, che sicuramente sono stati scelti perché hanno un certo tipo di visione dell’azienda, devono essere libere di prendere le loro decisioni editoriali e sul personale”.

Luigi Di Maio precisa comunque: “Come ministero non ci tiriamo indietro di fronte alla sfida di modernizzare il servizio pubblico di qualità. – aggiungendo – Penso che sia arrivato il momento per cambiare questo Paese e la Rai, che ne è una articolazione fondamentale”.