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Luigi Di Maio pubblica lista delle cose fatte con la manovra

Luigi Di Maio pubblica lista delle cose fatte con la manovra

Luigi Di Maio ha pubblicato una lista delle cose fatte dal governo gialloverde, in linea con il programma elettorale M5s.

La lista delle cose fatte. Luigi Di Maio ha pubblicato sui social una lista scritta a mano degli obiettivi del suo programma elettorale, inseriti nella legge di bilancio. Ogni voce dell’elenco è affiancata dalla parola “fatto”, evidenziata in giallo, come se fosse una lista della spesa. Proprio questa somiglianza è stata fonte di ispirazione per diverse parodie da parte degli utenti, che le hanno subito ricondivise sui social, in risposta all’elenco del vicepremier.

Lista delle cose fatte

Per Luigi Di Maio è tempo di bilanci. Con la manovra finalmente approvata dall’Ue e l’avvicinarsi della fine dell’anno, il leader del Movimento 5 Stelle ha voluto pubblicare un resoconto degli obiettivi raggiunti dal governo gialloverde, alla faccia di “chi è ancora scettico su questo Governo”. Di Maio afferma che quanto indicato nella lista sia soltanto l’inizio e promette un 2019 carico di soddisfazioni. Tutti traguardi raggiunti, quindi? Non proprio. secondo quanto affermato da La Repubblica la lista di Luigi Di Maio non coinciderebbe perfettamente a verità, anzi. Per poter leggere in modo obiettivo l’elenco del vicepremier, occorre ricordare che tutte quelle voci sono presenti nella manovra, ma quest’ultima deve essere ancora approvata dal Parlamento. Detto questo, continua Repubblica, bisogna andare a guardare ogni singola voce per constatare l’effettiva consistenza di quel “fatto” evidenziato in giallo.
Luigi Di Maio pubblica lista delle cose fatte con la manovra

Quota 100 e pensioni d’oro

Un esempio è quello della quota 100. Secondo l’analisi di Repubblica, il fiore all’occhiello della manovra è stato decisamente depotenziato per volontà della Commissione Ue. La via scelta dal governo per ottenere il semaforo verde è stata quella di depotenziare il provvedimento stesso: i 10 miliardi proposti in partenza dovranno fare a meno di 2,7 miliardi, ad opera della Lega. Inoltre, non è ancora specificata una normativa definitiva che sancisca in modo chiaro la concessione della pensione a 62 anni di età e 38 di contributi. Quello che si sa è che per ora la norma non è strutturale ma ha validità per 3 anni. A questo, il governo ha aggiunto il divieto di cumulo con redditi al di sopra dei 5 mila euro, da una parte, e l’emissione dell’assegno previdenziale ben 3 mesi dopo la maturazione dei requisiti necessari. Il periodo raddoppia nel caso dei dipendenti pubblici.

Meno pungente anche il taglio alle pensioni d’oro. Per non incappare al rischio dell’incostituzionalità, il governo avrebbe inserito nella manovra una sorta di “prelievo di solidarietà”, valido per 5 anni e applicato alle sole pensioni calcolate con metodo retributivo. Facendo un breve calcolo, il risparmio effettivo si aggirerà tra i 76 e i 90 milioni di euro l’anno.