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Flop di Beppe Grillo su Rai Due, Anzaldi: "Freccero si dimetta"

Beppe Grillo

Michele Anzaldi, segretario in Commissione Vigilanza Rai, commenta i bassi ascolti di "C'è Grillo" e bolla Freccero come un "cavalier servente".

“Flop di Beppe Grillo su Rai2: share del 4,3% sotto la media di rete e il peggiore delle reti Rai e Mediaset. Carlo Freccero senza vergogna aveva giustificato la serata dicendo che serviva a far crescere ascolti, invece ha trascinato la rete in fondo alla classifica Auditel: ora si dimette?” domanda su Twitter il deputato PD Michele Anzaldi. L’esponente dem si riferisce alla trasmissione “C’è Grillo” andata in onda lunedì 28 gennaio 2019 sulla seconda rete della tv di Stato, una sorta di collage delle apparizioni del comico fino alla nascita del MoVimento 5 Stelle.

Propaganda non paga

La trasmissione ha ottenuto appena 1 milione e 31mila spettatori (soprattutto anziani), per uno share appunto del 4,34 per cento. Gradimento basso anche al Sud e nelle Isole (con uno share del 3,58%), dove i 5 Stelle hanno invece avuto un boom di preferenze alle elezioni del 4 marzo 2018. Ecco perché anche Davide Faraone, capogruppo PD in Commissione di Vigilanza Rai, nel commentare gli ascolti cinguetta: “La propaganda non paga!”.

Anche prima della messa in onda non erano mancate le polemiche. Sempre Michele Anzaldi, segretario della Commissione Vigilanza Rai, in un’intervista a Democratica aveva infatti sottolineato: “Quello dato dalla Rai a Beppe Grillo per sfruttare gli spezzoni dei suoi spettacoli è un compenso (circa 30mila euro di diritti Siae, ndr) vero e proprio: – aggiungendo – qualcuno potrebbe addirittura leggerlo come finanziamento illecito ai partiti, visto che Grillo ricopre carica ufficiale di garante del Movimento 5 Stelle“.

Servilismo come ai tempi di Raiset

“Siamo di fronte ad una triste storia di servilismo del servizio pubblico nei confronti della politica, come non se ne vedevano dai tempi di Raiset. – aveva denunciato il parlamentare – Nessuno mette in discussione la storia artistica di Grillo, ma non si può fare finta che ora non sia il leader politico di un partito, non si può trascurare che siamo alla vigilia di una campagna elettorale”.

Poi l’affondo su Carlo Freccero. “Per acquistare crediti con la sua parte politica, – aveva dichiarato Anzaldi – getta alle ortiche 40 anni di carriera televisiva e si mette a fare il cavalier servente di Grillo e Salvini con i soldi degli italiani”. Il deputato dem aveva quindi auspicato “un intervento sanzionatorio dell’Agcom quanto prima”.