> > Tav, scontro aperto al governo: M5S "La crisi è già aperta"

Tav, scontro aperto al governo: M5S "La crisi è già aperta"

Tav, verso la crisi di governo

"Nessuna crisi di governo e nostalgia del passato", ha rassicurato Salvini. Di Maio: "Si rispetti il contratto".

Resta alta la tensione tra Lega e M5S per il dossier Tav. Secondo quanto dichiarato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio, il pentastellato Stefano Buffagni, la spaccatura all’interno del governo sarebbe ormai inevitabile, anzi, già cominciata. La notizia è stata riportata dall’Ansa. “Cosa sta succedendo è chiaro”, ha dichiarato alla presentazione di Il sentiero stretto, il libro di Piercarlo Padoan e Dino Pesole. “Non è che ci sia da aprire una crisi, la crisi è già aperta. Finalmente. I giornali nei giorni scorsi ne avevano scritto, noi dicevamo che non ne sapevamo niente. Adesso un po’ di difficoltà c’è, lo diciamo apertamente”.

Tav, verso la crisi di governo

Diversa è la posizione del vicepremier leghista Matteo Salvini, che ha respinto l’ipotesi di una crisi in corso. “Col buonsenso si risolve tutto. Nessuna crisi di governo e nessuna nostalgia del passato“, rassicura il ministro dell’Interno. “Lavoriamo per unire e per dare lavoro, sviluppo e futuro all’Italia”. Di buonsenso ha parlato anche Luigi Di Maio: “Voglio solo che si rispetti il contratto e che non si faccia cadere il governo. Il governo e la sua tenuta sono una cosa seria, stiamo parlando del Paese. Questo è buonsenso: pensare che c’è ancora molto da fare”.

Di Maio: “Non decide uno solo”

Il vicepremier grillino ha poi sottolineato il fatto che, dalla parte dei no Tav, non ci sia solo il M5S ma lo stesso premier: “Quando su tre, due la pensano in un modo – io e Conte – poi non decide solo uno, altrimenti avremo problemi in futuro”. Su un eventuale compromesso che prevede l’avvio dei bandi, ha commentato: “È chiaro ed evidente che se stai per ridiscutere un’opera non puoi vincolare i soldi degli italiani. Prima ridiscuti l’opera, poi vincoli i soldi. Serve serietà. Cosa sarebbe successo se avessi messo in discussione altri provvedimenti in quota Lega? Vi sareste arrabbiati”, ha dichiarato rivolto agli alleati di governo. “Per questo c’è disappunto tra noi. Non si rischia il governo venendo meno agli impegni del contratto”. In caso di una crisi di governo, ha continuato il vicepremier, sarebbero a rischio altre leggi simbolo del Carroccio, come la “legittima difesa, che deve fare un altro passaggio al Senato, o i rimborsi dei truffati delle banche”.