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Governo, i piani di Conte: "Non ho più il freno a mano tirato"

conte bis

Conte ha chiarito quali sono le sue intenzioni sulla linea del nuovo governo: "Posso muovermi senza avere il freno a mano tirato"

Finalmente posso muovermi senza avere il freno a mano tirato” ha confessato il nuovo premier Giuseppe Conte a poche ore dal giuramento del governo Conte bis. La sua priorità sembra essere l’Europa: le bordate antieuropee che arrivava giornalmente dalla Lega, e occasionalmente dal Movimento 5 Stelle, infatti, non facevano altro che indebolire il Paese, ponendolo sull’orlo dell’isolamento. La musica ora potrebbe però essere cambiata con l’elezione dell’esecutivo giallorosso e il nome di Paolo Gentiloni come commissario agli Affari Esteri, l’Italia potrebbe provare a riformare il patto di Stabilità in accordo con l’Unione Europea.

Governo, Conte: “Leale collaborazione”

Se nel governo gialloverde Conte ricopriva il ruolo del mediatore, in questo nuovo esecutivo si ritrova ad essere un vero e proprio premier. Nel corso del primo Consiglio dei Ministri, Conte ci ha tenuto subito a specificare che non vuole “sgrammaticature istituzionali, ma pretende “leale collaborazione”. Le premesse però ci dicono il contrario: nei lunghi giorni di trattative Pd e M5s non se le sono certo mandate a dire su molti punti, ed è quindi poco probabile che la richiesta di Conte possa trovare pieno accoglimento. Proprio per questo motivo, il presidente del Consiglio, come riporta il Corriere della Sera, starebbe pensando di creare un coordinamento tra i portavoce di tutti i partiti chiamati ad incontrarsi quotidianamente con lo staff del premier al fine di poter prevenire eventuali conflitti interni.

La sfida del Viminale

L’unico ministro tecnico del nuovo governo è Luciana Lamorgese, designata a sostituire Matteo Salvini al ministero dell’Interno. La nomina dell’ex prefetto, rappresenta però una linea ben precisa messa in atto dai giallorossi: restituire al Viminale un ruolo neutro, di garanzia. Lamorgese vorrebbe dire addio alla linea dura e alla politica dei “porti chiusi”. Per fare ciò, però, sarà necessario il pieno appoggio dell’Europa: dovrà ottenere le risorse necessarie, e far approvare una legge sui rimpatri che attenui il carico migratorio attualmente sull’Italia.